"Virus sminuito per evitare il panico"

Donald Trump sarebbe stato a conoscenza della pericolosità del coronavirus mesi prima che questo iniziasse a mietere vittime negli Stati Uniti, ma il presidente decise di minimizzare al riguardo per non "creare il panico". È quanto emerge delle interviste contenute in "Rage" (Rabbia), il nuovo libro di Bob Woodward, noto giornalista dello scandalo Watergate.

"Volevo sempre sminuirlo," racconta Trump in un'intervista che risale al 19 marzo, qualche giorno dopo aver dichiarato lo stato di emergenza nazionale. "Lo minimizzo ancora perché non voglio creare il panico", aggiunge il presidente. Nella stessa conversazione, Trump parla anche di come alcuni "fatti sconcertanti" fossero appena stati appurati riguardo alle persone più propense ad ammalarsi: "Non sono solo le persone anziane ad essere colpite. Anche i giovani, moltissimi giovani".

Mercoledì la Casa Bianca ha negato che Trump possa aver "mentito" al popolo americano riguardo alla pericolosità del nuovo coronavirus, responsabile della morte di oltre 190'000 persone negli Stati Uniti: "Il presidente non ha mai sminuito il virus," ha sostenuto la portavoce Kayleigh McEnany.

Tuttavia, stando ad alcune interviste registrate da Woodward, Trump era già a conoscenza della pericolosità del virus a febbraio: "Passa attraverso l'aria. Il che è sempre più difficile che non il tocco, basterebbe non toccare le cose. Ma l'aria, ti basta respirare ed è trasmesso. E quindi è (un virus, ndr) astuto. È anche più fatale di una forte influenza", aveva dichiarato.