Cronaca

Roma rischia il fallimento economico

La Capitale, sommersa dai debiti, avrebbe dovuto beneficiare di un decreto governativo ritirato all'ultimo. A rischio stipendi e la santificazione di due papi

  • 27 febbraio 2014, 11:55
  • 6 giugno 2023, 13:40
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Il sindaco Ignazio Marino ha detto di non voler mettere la faccia in un disastro annunciato

  • ANSA

Se dal Governo italiano non arriverà entro poche ore un provvedimento ad hoc, la città di Roma rischierà il fallimento. La voragine economica in cui è finita la Capitale, non da ora, potrebbe infatti mettere in ginocchio tutti i servizi erogati dal Comune e, a cascata, l’intero indotto che ci ruota intorno. La mancanza di denari, in una situazione complessa che vede già la presenza di un commissario “risanatore” per la gestione straordinaria di pregressi debiti, costringerebbe il sindaco Ignazio Marino a licenziare parte del personale, a vendere o dismettere società di una certa importanza a partecipazione finanziaria comunale, come ATAC per i trasporti, ACEA per l’energia o AMA per i rifiuti.

Il famoso decreto ribattezzato “salva Roma” avrebbe dovuto essere votato in queste ore ma Lega Nord e Movimento 5 Stelle hanno presentato centinaia di emendamenti al testo di legge, impossibile da approvare secondo i tempi stabiliti. Il Governo italiano lo ha così ritirato promettendo un nuovo testo che per ora non si è visto.

In cassa, nella gestione ordinaria, mancherebbero circa 500 milioni di euro utili per pagare gli stipendi, che superano il miliardo di euro, senza contare il “buco” gestito dell’amministrazione straordinaria che equivale a diversi miliardi di euro e per la quale Roma cerca di rientrare nel minor tempo possibile.

Il sindaco Ignazio Marino, ha detto con chiarezza che "per marzo non ci saranno i soldi per 25'000 dipendenti del comune, per il gasolio dei bus, per tenere aperti gli asili nido, raccogliere i rifiuti e nemmeno per organizzare la santificazione di due papi, un evento di portata planetaria".

ATS/sdr

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