Cronaca

Una ricostruzione di cartone

Gaza: la rinascita del quartiere Shujayea, tra i più colpiti nell'operazione "Margine protettivo"

  • 20 March 2016, 07:27
  • 7 June 2023, 16:22
I sogni dei bambini

I sogni dei bambini

  • RSI/Michele Giorgio

Non è la Shujayea ideale che a inizio settimana assemblavano i bambini palestinesi, utilizzando moduli di cartone, quella che sta rinascendo poco alla volta. L'urbanistica non è un tema centrale per chi non ha un tetto.

Tra le macerie

Tra le macerie

  • RSI/Michele Giorgio

La popolazione di questo sobborgo orientale di Gaza City ha fretta di tornare a vivere in una casa vera a propria dopo quasi due anni trascorsi in alloggi di fortuna, container e tende, a causa dei bombardamenti israeliani avvenuti durante l'operazione "Margine Protettivo" contro il movimento islamico Hamas nell'estate 2014. Da alcuni mesi, grazie all'arrivo di fondi internazionali e arabi (del Qatar in particolare) e a finanziamenti diretti ai senzatetto, i palestinesi di Shujayea hanno preso l'iniziativa. Contribuisce anche l'allentamento parziale all'ingresso dei materiali per l'edilizia deciso da Israele dopo la guerra per impedire che potessero essere usati da Hamas per costruire gallerie sotterranee.

Il quartiere da ricostruire

Le case perciò spuntano come i funghi dove fino alla fine dello scorso anno c'erano solo macerie. A Shujayea, tra le aree più devastate assieme a Rafah e Khuzaa, bombe e cannonate nel 2014 distrussero completamente 670 edifici, altri 608 furono danneggiati gravemente, 576 danneggiati in parte e 1800 in modo parziale. In tutta Gaza servono migliaia di abitazioni, per accogliere decine migliaia di persone. Gli sfollati sono ancora 88'849: 24'104 uomini, 20'331 donne e 44'414 minori, secondo l'ultimo rapporto pubblicato dall'ufficio locale di Ocha, che coordina le attività umanitarie dell'ONU. La ricostruzione finalmente è cominciata ma ci vorranno anni per completarla mentre un'altra decisiva sfida attende Gaza. L'acqua non è sufficiente per una popolazione di 1,9 milioni di persone in continuo aumento. Quella disponibile, spiegano gli specialisti internazionali, non è del tutto potabile secondo gli standard dell'Organizzazione mondiale della sanità.

Michele Giorgio

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