Oltre la News

Carrara, tra arte e industria

Estratte nel 2014, tre milioni e 970 mila tonnellate di marmo - Le cave, negli ultimi anni, oggetto di ipersfruttamento

  • 11 novembre 2018, 08:41
  • 14 settembre 2023, 09:46

Una storia scolpita nel marmo

RSI/Ruben Lagattolla 11.11.2018, 08:00

  • ©Ruben Lagattolla

All'indomani di una giornata piovosa, il Carrione – il fiume che attraversa Carrara - scorre placido tra i palazzi antichi del borgo. È bianco latte, carico degli scarti di lavorazione slavati giù dalle cave del pregiato marmo bianco. Qui, all'inizio del XVI secolo, dai “maestri del cavar marmi”, veniva Michelangelo a scegliere i blocchi che contenevano i suoi capolavori - tra cui anche il blocco de "La Pietà".

Correva l'anno 1920, con la mano d'opera di circa trentamila operai armati di martello, scalpello e poco più, sono state estratte circa centomila tonnellate di “bianco di Carrara”. Una cifra che è andata moltiplicandosi negli anni successivi.

Anno 2014. Sono 3,97 milioni le tonnellate di marmo estratte. L'indice di intensità di estrazione rispetto alla superficie di territorio è tra le più alte d'Italia, oltre le 10.000 tonnellate per chilometro quadrato (fonte ISTAT). Sono aumentate le opere d'arte in marmo? No. È arrivata l'industria.


Gli impieghi catalogati del marmo bianco sono 279 come spiega lo scrittore Giulio Milani nel suo libro La terra bianca (Laterza, 2014) che a sua volta citando il geologo Mauro Chessa scrive: “Gli scarti di lavorazione che alimentavano i ravaneti – le discariche minerarie delle Alpi Apuane –, erano infatti diventati, negli ultimi due decenni, “una categoria merceologica trasversale”. Il detrito veniva polverizzato in carbonato di calcio “e così impiegato per la produzione di plastiche, gomme, pneumatici, isolanti, vernici, colle, carta, prodotti chimici, farmaceutici, cosmetici e nell’edilizia. Solo per l’abbattimento degli ossidi di zolfo nelle emissioni di una centrale elettrica a carbone da 1.000 Megawatt ne servono 50.000 metri cubi all’anno; 1.500 tonnellate all’anno per il dentifricio venduto in Italia; poi una quantità indefinita nei mangimi e negli alimenti.”

Sguardo sulle cave di marmo a Carrara

Sguardo sulle cave di marmo a Carrara

  • ©Ruben Lagattolla

Lo scempio paesaggistico che colpisce lo sguardo arrivando a Carrara non è di certo imputabile alla scultura che costituisce, forse, l'1% dell'utilizzo del marmo.

Ruben Lagattolla

Correlati

Ti potrebbe interessare