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Giovani che vogliono poter vivere

Il tasso di disoccupazione giovanile supera, in Tunisia, il 40%, ma c'è chi non si perde d'animo e sperimenta modelli economici alternativi (3)

  • 18 ottobre 2021, 07:47
  • 10 giugno 2023, 15:03

RAP nelle montagne contro il terrorismo

RSI/Arianna Pagani - Wahib Ben Chahla 18.10.2021, 07:45

Fares e Wissem abitano a Semmama, una delle cinque montagne che circondano la città di Kasserine, verso il confine con l’Algeria, accessibile solo con la scorta perché vi si nascondono ancora alcuni gruppi islamisti. In questa zona di difficile accesso - una delle regioni più povere del paese da cui scappano tanti giovani tunisini, conosciuta proprio per i numerosi attacchi terroristici e per questo costantemente monitorata dagli elicotteri dell'esercito tunisino - è nato un centro culturale che rappresenta l’unico spazio di socializzazione nel giro di chilometri per i ragazzi di questi villaggi isolati. Nel Centro culturale di Semmama Fares, Wissem e i loro amici cantano, ballano e compongono musica come strumento di prevenzione all’estremismo. In questo spazio, dove ogni anno viene organizzato un festival di musiche della tradizione, è nata anche una compagnia di teatro, e le donne della comunità locale vi si recano per tessere o lavorare ai prodotti della tradizione agroalimentare. Ma sono soprattutto i ragazzi a ritrovarsi qui: “noi giovani sono sempre al caffè a fumare e non far niente, ma è molto meglio frequentare questo spazio. Il centro ci dà speranza. Combattiamo il terrorismo sulla montagna non con le pallottole ma con la nostra arte”, racconta Wissem, ballerino di break dance e abitante di un villaggio poco lontano, sperduto nelle montagne.

Wissem e Fares hanno scritto una canzone dedicata alla loro montagna, intitolata djebel mte3i (la mia montagna in dialetto tunisino), il cui ritornello recita: “tenetevi la vostra rivoluzione e le vostre promesse, noi vogliamo vivere la nostra montagna”. La delusione e l’assenza di prospettive della generazione cresciuta post 2011 porta ogni anno centinaia di giovani, specialmente quando provenienti dalle regioni interne al paese come quella di Kasserine, a migrare. La rivoluzione del 2011 ha avuto inizio proprio nelle regioni dell’entroterra, dove il tasso di povertà supera ormai il 30% secondo l’Istituto di Statistica del paese. Per gli adolescenti di Kasserine, l’unica alternativa alla disoccupazione (il tasso di disoccupazione giovamile ha raggiunto il 40%) spesso è il contrabbando con la vicina Algeria. C'è anche chi finisce per essere reclutato dai gruppi islamisti ancora presenti sul territorio. Ma grazie al centro culturale Semmama, Wissem e Fares si sono costruiti un'alternativa e praticano la loro arte riscattandosi dalla marginalità sociale: “Noi vogliamo rimanere qui, far vivere questo posto e continuare a cantare”.

Arianna Poletti - Sara Manisera

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