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Il monaco pazzo del Bhutan

Predicava la rottura delle convenzioni sociali e, tutt'oggi, in tutto il Paese falli di ogni dimensione fanno mostra di sé

  • 1 settembre 2017, 08:30
  • 8 giugno 2023, 09:38

Il Bhutan che non ti aspetti - di Chiara Reid

RSI Mondo 01.09.2017, 07:30

  • ©Chiara Reid

Anche se lo si sa prima, la vista sorprende tutti: si svolta un angolo, si alza lo sguardo, ed ecco un membro maschile gigante, disegnato, colorato e festonato di nastri colorati, che decora le facciate di moltissime case tradizionali.

Il fallo bhutanese ha una spiegazione storica. Un monaco, responsabile di avere introdotto il buddismo nel paese nel quindicesimo secolo, si cimentava in una particolare branca del buddismo illuminato, detta dei “monaci pazzi”. Predicava la rottura delle convenzioni sociali e l’ipocrisia, e invitava a tornare alla forza della natura e alla nostra vera essenza animale. Drukpa Kunley con il suo membro, soggiogò orchi e demoni, salvò bambini dalle fauci delle tigri e convertì moltissime donne - lo avrete indovinato - unendosi a loro.

Il fallo dipinto sui muri serve anzitutto a scacciare questi demoni che i butanesi odierni percepiscono come reali. In secondo luogo diventa il simbolo di un culto della fertilità, fiorito nel monastero di Drukpa Kunley a Punakha, dopo la sua morte. Qui le donne in cerca di figli ricevono un pene gigante con un nastro giallo e devono abbracciarlo mentre girano tre volte attorno al tempio. Il monaco del monastero poi provvede a dare un piccolo colpo in testa ai partecipanti, con un fallo di legno.

Quasi tutte le case antiche in Bhutan fanno sfoggio di tali dipinti osé. Ma oggi un nascente puritanesimo spinge molti a cancellare i dipinti, soprattutto dopo aver osservato l’eccessiva gioia dei turisti, che ne hanno fatto il soggetto preferito del loro album vacanze. Il re del Bhutan leggermente stizzito, ha invitato a non continuare la tradizione, che veniva ridicolizzata dai visitatori esterni. Molti comunque non sono convinti, e non rinunciano alla protezione del vecchio monaco folle.

Chiara Reid

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