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Il piccolo venditore di spazzolini

Le piogge monsoniche hanno causato, in Yemen, danni incalcolabili e la sopravvivenza passa anche attraverso l'infanzia negata a molti

  • 28 agosto 2020, 07:43
  • 10 giugno 2023, 03:48

Fadel, professione ambulante

RSI/Laura Silvia Battaglia 28.08.2020, 07:45

Non bastano quasi sei anni di guerra, una crisi umanitaria spaventosa e il Covid-19. Sulla città di Sana’a, in Yemen, si sono abbattute anche le piogge monsoniche, trascinando con sé ogni cosa: alberi, auto, case, persone. I morti sono stati 130, altrettanti feriti, e migliaia le persone senza rifugio, le loro case ridotte in macerie. In questa città protetta dall’Unesco che perde ogni speranza di essere conservata e restaurata come si dovrebbe, sopravvivere alle piogge diventa ancora più difficile per le famiglie degli sfollati, che vivono in catapecchie soggette ad allagamento, e che sopravvivono anche grazie al lavoro dei propri figli minorenni.

La famiglia di Fadel Abker è una di queste. Sfollata dalla città portuale di Hodeida, si è trovata catapultata a Sanaa. E qui non ha potuto fare altro che impiegare il figlio Fadel in un lavoro da ambulante: venditore di spazzolini da denti naturali, il miswak, di fronte l’università. Nonostante la famiglia sia consapevole che Fadel è un bambino e che dovrebbe andare a scuola, non ha scelta. “Non sappiamo come pagare l’affitto”, dice la madre. “Deve lavorare anche lui insieme al padre per fare il doppio dei guadagni”. In Yemen, la vita dei bambini non vale niente e dagli 8-10 anni di età sono già tutti piccoli uomini e donne, con la responsabilità del mantenimento dei familiari (per lo più fratelli o sorelle minori). Secondo Unicef e World Bank già dal 2017, più del 13% dei bambini tra i 5 e i 14 anni in Yemen viene impiegato in vari lavori: domestici, agricoli e industriali, senza contare l’uso dei bambini-soldato in battaglia, forze “fresche” alla causa, da addestrare in appositi campi-estivi. Così Fadel continua giornalmente ad eseguire il suo compito, anche sotto la pioggia pericolosamente battente, nonostante tutto.

Laura Silvia Battaglia

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