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L'Europa solidale d'Abdullahi

La generazione degli extraeuropei - accolti o nati nel vecchio continente - protagonista di una nuova narrazione

  • 20 May 2018, 07:38
  • 8 June 2023, 17:45

Generazione ponte

RSI/Simone Bauducco 20.05.2018, 09:00

  • ©Simone Bauducco

Isola di Ventotene, 1941. È qui che in quell'anno, grazie ad Altiero Spinelli, Ernesto Rossi e Eugenio Colorni (tre intellettuali confinati dal fascismo sull'isola) nasce l’idea di un’Europa libera e unita. Oggi l’eredità di quell’utopia è stata raccolta da un ex profugo somalo, Abdullahi Ahmed, che ha portato sull’isola oltre centro migranti e volontari per la seconda edizione del Festival dell’Europa Solidale organizzato in collaborazione con l’associazione Acmos.

“Noi siamo la 'Generazione Ponte' - racconta Abdullahi che è arrivato in Italia nel 2008 scappando dalla Somalia e dopo aver ottenuto il permesso di soggiorno nel 2016 è diventato ufficialmente cittadino italiano - . Siamo una generazione composta da chi è nato in questo continente o da chi, come me, in questo continente è stato accolto. Vogliamo diventare protagonisti di questa nuova narrazione”.

Tra gli ospiti del Festival c’è Mpanzu Bamenga, arrivato in Olanda all’età di otto anni anni dopo essere scappato dalla guerra nel suo paese, la Repubblica Democratica del Congo. Oggi è consigliere comunale della sua città, Eindhoven, e grazie al suo impegno è stato eletto come “Talento Politico Europeo” del 2017: “Bisogna far sì che le normative europee sull’accoglienza vengano rispettate - ammonisce Bamenga -. Le norme ci sono, ma gli Stati le applicano in maniera terribile”. Così i tempi per ottenere i documenti si allungano e le difficoltà per i richiedenti asilo diventano sempre più grandi: “Come facciamo a diventare cittadini europei se non abbiamo i documenti - si chiede Yannick, originario del Camerun e in Italia da poco più di un anno -? Senza la cittadinanza, non possiamo fare nulla”. Oltre alla difficoltà della burocrazia e delle normative europee, questi nuovi cittadini europei devono affrontare l’ondata di populismo che dilaga sia nella società sia nella politica: “Noi siamo la generazione che è nata senza muri - conclude Abdullahi Ahmed - e adesso dobbiamo dire ad alta voce che costruire muri a Calais e in Ungheria non serve a nulla perché non potremo neanche più prendere un caffè con il nostro vicino di casa”.

Simone Bauducco

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