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La convivenza delle diversità

Religione: musulmana; nazionalità: siriana; nome: Mohamed; professione: guida nelle chiese di Santa Maria e San Maurizio a Milano

  • 24 dicembre 2017, 09:04
  • 8 giugno 2023, 14:14

Mohamed, il siriano della pace

RSI/Dario Lo Scalzo 24.12.2017, 07:30

  • ©Dario Lo Scalzo

Mohamed Hamadi, settantenne siriano è, da un paio d'anni, guida volontaria del Touring Club Italiano (TCI) nell’ambito del progetto “Aperti per voi”. I turni settimanali di Mohammed lo vedono dividersi tra la basilica di Santa Maria presso San Satiro e la chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore. Sono però gli affreschi di Aurelio Luini (figlio di Bernardino) ad attrarlo maggiormente rendendolo tra i volontari più carismatici del TCI. I visitatori restano colpiti dalle spiegazioni dettagliate impreziosite dagli studi e dalle ricerche personali. La sua bussola è la connessione tra culture e fedi religiose. Aprire le menti e creare ponti tra modelli culturali distinti è diventata per lui, sostenitore della convivenza delle diversità, una missione. “La diversità è una ricchezza” dice sovente. Il suo vissuto l'ha forgiato in tal senso.

Educato alla convivenza religiosa pacifica a Homs, Mohamed ha fatto parte del Movimento nazionalista arabo (l’opposizione) che reclamava democrazia e libertà dai regimi al potere. Poco più che ventenne è costretto a fuggire. Prosegue gli studi in Libano. Lavora in Kuwait e in Iraq, ma i servizi segreti lo tallonano e lui, a questo punto, fugge in Europa: prima in Spagna, poi in Italia dove, tra l’altro - dal 2002 sino al 2007 - è consigliere comunale a Sesto San Giovanni. È in Italia che conosce Grazia. La sposa. Nasce Shady, oggi giornalista, scrittore e autore, tra gli altri, del libro “La felicità araba. Storia della mia famiglia e della rivoluzione siriana” che racconta delle vicissitudini sue e del popolo siriano.

Mohamed ha potuto riprendere contatto con i suoi connazionali alla Stazione Centrale quando nel 2013, per alcuni mesi, è stato uno dei volontari che accoglievano i profughi siriani. In un diario ne ha raccolto le storie e le riflessioni. Rigetta ogni sorta di violenza e non appena si spolverano i ricordi della sua giovinezza in Siria, costellata di torture e prigionia, gli occhi diventano lucidi e il viso si corruccia. Poi però gli basta guardare alcuni affreschi di Luini - l’ "Arca di Noè” o il “Peccato originale” o ancora il “Sacrificio di Isacco” - per ritrovare la serenità e trasmettere la sua passione per cultura e sapere ai visitatori. Sì, perché per lui la cultura è un salvagente, ma soprattutto è in grado di costruire la pace.

Dario Lo Scalzo

n.b.: da oggi, 24 dicembre, al 2 gennaio 2018, i volontari del Touring non saranno in servizio.

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