La tecnica della plastinazione è stata messa a punto dall’anatomo-patologo tedesco Gunther von Hagens, tra il 1977 e il 1978. Consente di conservare perfettamente tutti i tessuti del corpo umano, senza perdere nulla né del colore né della fibra dell’originale. Interrompendo la decomposizione dei cadaveri, è considerata una versione hi-tech della mummificazione. Di fatto garantisce la conservazione del corpo umano, tramite la sostituzione dei liquidi con polimeri di silicone. Della questione si è parlato recentemente, in Svizzera, per la mostra annullata a Losanna (vd correlati).
1.500 ore di trattamento
Il processo è molto lungo e laborioso. Richiede diverse fasi di lavoro: oltre 1.500 ore di trattamenti, a partire dal pompaggio di formalina nel corpo, seguito dalla dissoluzione di fluidi e grassi solubili, dall'impregnazione forzata con materia plastica in una camera del vuoto, dalla modellazione della postura e, infine, dalla polimerizzazione. Grazie a questa tecnica, è possibile ammirare l’intrico dei vasi sanguigni che avvolgono l’organismo, il sistema nervoso umano, oppure i muscoli in trazione.
Lorenzo Amuso