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Musicisti a riposo, ma...

Casa Verdi, Milano - Storie di artisti che hanno vissuto di musica e per la musica e ora la trasmettono a giovani talenti (1)

  • 3 August 2017, 05:46
  • 8 June 2023, 07:21

La casa dei musicisti in pensione (1) - di Ilaria Romano e Mauro Consilvio

RSI Ticino e Grigioni 03.08.2017, 07:30

  • ©Maurizio Consilvio

Casa Verdi è quanto di più lontano ci si possa aspettare da una casa di riposo “tradizionale”. Non solo perché l’unico requisito di accesso, oltre ad aver compiuto 65 anni di età, è quello di aver dedicato la vita alla musica, ma anche perché le mura e i giardini di questo palazzo storico nel centro di Milano raccontano la vita del fondatore, Giuseppe Verdi, e quella degli oltre mille ospiti che in un secolo di storia hanno soggiornato qui, dopo brillanti carriere nel campo musicale in qualità di direttori d’orchestra, cantanti, musicisti, dall’Opera al piano bar. “Delle mie opere, quella che mi piace di più è la casa che ho fatto costruire a Milano per accogliervi i vecchi artisti di canto non favoriti dalla fortuna, o che non possedettero da giovani la virtù del risparmio”, scriveva il Maestro di Busseto in una lettera all’amico Giulio Monteverde. In ogni sala comune del palazzo ci sono strumenti musicali e libri a disposizione degli ospiti, che qui continuano a esercitare la loro arte.

Negli ultimi anni la musica di Casa Verdi è diventata anche un ponte fra generazioni, perché insieme ai grandi maestri della musica classica e leggera vivono qui anche alcuni studenti di Conservatorio fra i più meritevoli. L’interazione, perciò, è continua. Un'interazione estremamente positiva visto che ogni ospite ha una storia fuori dal comune. Noi, in questa prima puntata, vi proponiamo quella del cantautore pisano Paolo Pau: una vita divisa fra il “posto fisso” (un incarico universitario da tecnico di laboratorio) e la composizione musicale su su fino ad un Festival internazionale vinto quasi per gioco con una sua canzone. Poi c'è quella del maestro Lorenzo Saccomani, baritono del Teatro alla Scala per quarant’anni: una carriera, al sua, in giro per il mondo, ad interpretare le opere più famose insieme ad altri giganti della lirica, dopo aver scoperto il suo talento durante il servizio militare, quando disegnava le carte geografiche per il Corpo d’Armata a Bolzano.

Lunedì prossimo si racconteranno: il tenore Angelo Loforese, la regista d’Opera Bissy Roman e il pianista Angelo Bonamore.

Ilaria Romano - Mauro Consilvio

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