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Storia che va e che torna (4)

"AccoglieRete": un'associazione fondata da una donna per garantire una vita degna ai minori in fuga da guerra e povertà

  • 8 marzo 2018, 08:00
  • 4 ottobre 2023, 17:33

"È bello avere qualcuno che si prende cura di te"

RSI/Francesca Mannocchi 08.03.2018, 06:30

  • ©Francesca Mannocchi

Carla Trommino, avvocato di Siracusa, nel 2013 stava per trasferirsi a Londra, nella City, dove vive il suo compagno. Proprio in quei giorni Carla visita un centro di accoglienza per migranti e trova di fronte a sé decine di minori non accompagnati, ragazzini che vivevano in una struttura poco adatta anche agli adulti. Alcuni di loro erano malati, alcuni altri non avevano abiti puliti da settimane. Avevano 14-15 anni, alcuni persino più giovani. E avevano affrontato da soli viaggi faticosi e dolorosi, testimoni e vittime di abusi e torture. Qualcuno arrivava dall’Eritrea, qualcuno dal Ghana, qualcuno dal Sudan. Tutti erano passati dalle carceri libiche. È stato in quel momento che Carla ha deciso di impegnarsi in prima persona, e il suo impegno da allora non si è interrotto.

Carla ha fondato l’associazione AccoglieRete che in 4 anni si è fatta carico di quasi duemila minori non accompagnati. Ogni anni in Italia si perdono le tracce di circa 10 mila minori stranieri, spesso sfruttati da associazioni criminali, per spaccio o prostituzione. Carla ha organizzato una campagna di sensibilizzazione che ha portato centinaia di persone a mettersi in gioco come tutori volontari di minori. Uno dei rischi per i minorenni che sbarcano in Italia, infatti, è di rimanere nel limbo dei centri di accoglienza per mesi, se non per anni, senza accesso a un avvocato, ma soprattutto senza il calore di un nucleo familiare.

I tutori volontari assolvono entrambe le funzioni, sostengono cioè i minori nel percorso burocratico che devono affrontare, e stanno loro vicini, dedicando cure che un giovane adolescente merita. Anche Carla è tutore volontario, di Kalifa Manneh, un ragazzo arrivato dal Gambia quando aveva 15 anni. Oggi Kalifa ha trovato una famiglia in Italia e una passione: il calcio.

Francesca Mannocchi

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