Lavorare 10, 12, 14 ore al giorno, per: 4, a volte 2, altre 10 euro all'ora. In breve: vita da braccianti stagionali. I prodotti: kiwi e angurie. Le aziende anche bio e che esportano in tutto il mondo. L'eccellenza dell'agricoltura italiana, che arriva ad incassare migliaia di euro all'anno, in parte si regge su un sistema di sfruttamento. Succede a due passi da una capitale europea, Roma, nelle campagne del Pontino, tra Aprilia e Latina.
Veri e propri ghetti, non solo lavorativi, ma anche abitativi.
Alcuni braccianti dormono in una discarica abusiva, tra amianto e scarti industriali, senza acqua ed elettricità.
Il caporale, molte volte nordafricano o indiano, recluta i braccianti. Il proprietario italiano dell'azienda molte volte si fa chiamare padrone e chi cerca di ribellarsi viene punito. C'è chi redige i contratti, su basi regolari, ma che poi vengono raggirati nella durata e nei compensi, c'è chi invece non ha mai visto l'ombra di un contratto.
In Italia recentemente è stata promulgata una legge contro il caporalato, ma gli effetti sulla realtà non sono ancora tangibili.
Lorenzo Giroffi