Svizzera

“La ragazza può venire in Svizzera”

Ricongiungimento famigliare: il caso approdato al TAF di una camerunense diventata maggiorenne nel corso della procedura cambia la giurisprudenza in materia

  • 8 agosto 2018, 14:43
  • 8 giugno 2023, 22:59

RG 12.30 del 08.08.18; il servizio di Roberto Scolla

RSI Svizzera 08.08.2018, 14:43

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Il Tribunale amministrativo federale (TAF) allarga le maglie del ricongiungimento famigliare permettendo anche a chi diventa maggiorenne nel corso della procedura di raggiungere in Svizzera i propri genitori. La sentenza pubblicata oggi, mercoledì, modifica una prassi in vigore da tempo e rafforza la protezione giuridica dei minori prossimi a compiere 18 anni.

Sono state una ragazza camerunense -che aveva 16 anni al momento della richiesta di poter venire in Svizzera da sua mamma- e quella stessa madre -sposata con un cittadino svizzero e titolare di un permesso di dimora- a far cambiare in modo significativo la giurisprudenza in materia di ricongiungimento famigliare. Fino ad ora chi aveva raggiunto la maggiore età nel momento in cui l'ultima autorità decideva sulla domanda non aveva diritto al ricongiungimento. Ora però il TAF di San Gallo - capovolgendo la propria prassi e allontanandosi dalla giurisprudenza del Tribunale federale di Losanna – ha deciso che chi i 18 anni li compie durante la procedura decisionale ha pure diritto a raggiungere i genitori nella Confederazione. E lo fa appoggiandosi sia alle sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo sia ad alcuni fondamentali principi costituzionali: dal divieto di arbitrio, alla celerità delle procedure passando dalla parità di trattamento.

Ovvero, il fatto che, a causa della lentezza delle autorità nel decidere, una persona potrebbe diventare maggiorenne e perdere il diritto al ricongiungimento mentre un'altra ottenerlo perché la decisione è arrivata subito. E così due casi uguali verrebbero trattati in maniera diversa, creando disparità e mettendo in discussione la sicurezza e la prevedibilità del diritto per non parlare del rischio di arbitrio.

Il TAF però non si limita a concedere il permesso di dimora alla giovane camerunense ma formula pesanti critiche all'indirizzo della Segreteria di Stato della migrazione che non ha concesso quel permesso alla giovane malgrado vi fosse la decisione positiva di un tribunale cantonale, cortocircuitando così il sistema giudiziario. Ciò che i giudici di San Gallo hanno esplicitamente disapprovato e condannato.

RG-Roberto Scolla/ludoC

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