Svizzera

Armi, un "sì" per la sicurezza

Governo e Parlamento raccomandano il 19 maggio di approvare la revisione per lottare contro gli abusi e restare associati a Schengen-Dublino

  • 14 February 2019, 15:06
  • 9 June 2023, 05:18

Not 15.00 del 14.02.2019 Votazione sulle armi

RSI Svizzera 14.02.2019, 16:06

Di: ATS/Bleff

Lottare contro l'abuso di armi per scopi criminali e rimanere associati a Schengen e Dublino, aspetto di centrale importanza per la Svizzera. Per questi motivi, il Consiglio federale e il Parlamento raccomandano di approvare il prossimo 19 di maggio la revisione parziale della legge sulle armi che traspone nel diritto elvetico direttive emesse dall'UE. Un "no" avrebbe conseguenze gravi sulla sicurezza del Paese.

La revisione della legge sulle armi si prefigge di limitare la diffusione di quelle semiautomatiche, come richiesto dalla direttiva UE in materia decisa dopo gli attentati terroristici di Parigi. In futuro, in base al testo della normativa riveduta, nulla cambierà per i militari, i cacciatori e chi pratica il tiro sportivo.

Keller-Sutter: "Un 'no' alla revisione rischia di mettere in forse la cooperazione con gli Stati Schengen e Dublino"

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Limitazioni sono state poste per quanto attiene ai caricatori, ora in vendita libera. In futuro, solo chi è autorizzato ad acquistare un'arma potrà anche procurarsi un caricatore di grande capacità (oltre 10 colpi per le armi semiautomatiche lunghe e oltre 20 colpi per quelle corte). Chi possiede un'arma semiautomatica con un caricatore di grande capacità non iscritta in un registro cantonale delle armi, dovrà annunciarsi alle autorità preposte entro tre anni dall'entrata in vigore della legge.

"Nessuno sarà disarmato e le nostre manifestazioni di tiro, come il tiro in campagna, il tiro obbligatorio, il 'Knabenschiessen' di Zurigo - gara di tiro riservata ai giovani - ma anche il tiro sportivo di competizione, non saranno messe in pericolo dalla revisione parziale", ha sostenuto giovedì davanti ai media la consigliera federale Karin Keller-Sutter, eletta nel dicembre scorso al posto del dimissionario Johann Schneider-Ammann.

RG 18.30 del 14.02.19: la corrispondenza di Gian Paolo Driussi

RSI Svizzera 14.02.2019, 19:37

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Secondo la responsabile del Dipartimento di giustizia e polizia, la Svizzera è riuscita a mitigare alcuni aspetti della direttiva europea e a preservare alcune sue peculiarità legate alle armi in quanto Stato membro di Schengen.

Nell'attuazione nel diritto svizzero il Consiglio federale e il Parlamento hanno sfruttato il margine di manovra concesso dalla direttiva salvaguardando in questo modo la tradizione svizzera del tiro.

La ministra sangallese ha sottolineato che un "no" alla revisione rischia di mettere in forse la cooperazione con gli Stati Schengen e Dublino. In caso di voto negativo, la cooperazione cessa automaticamente, a meno che la commissione UE e tutti gli Stati UE siano disposti a venire incontro alla Svizzera entro 90 giorni. Non occorre una disdetta. A suo dire, nessun aspetto della revisione giustifica che si rimetta in questione tale cooperazione.

Secondo René Bühler, direttore supplente dell'Ufficio federale di polizia (fedpol), questi accordi garantiscono l'accesso al sistema d'informazione di Schengen SIS, accesso che la Svizzera ha già da dieci anni. A suo parere, si tratta di uno strumento che ha rivoluzionato la cooperazione in materia di ricerca e a cui non si può più rinunciare.

René Bühler, direttore supplente dell'Ufficio federale di polizia

René Bühler, direttore supplente dell'Ufficio federale di polizia

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"Ogni giorno vi sono più di 300'000 ricerche nel sistema da parte dei servizi di sicurezza e delle autorità in materia d'asilo e nel 2018 vi sono stati 19'000 riscontri positivi". In media, negli ultimi dieci anni, il SIS ha permesso un arresto al giorno. Per fedpol e gli altri servizi di sicurezza la situazione è chiara, secondo Bühler: "rinunciare a Schengen sarebbe una condanna alla cecità".

Keller-Sutter lancia la campagna sulle armi

Telegiornale 14.02.2019, 21:00

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