Il comitato interpartitico favorevole al programma denominato Strategia energetica 2050, sul quale si voterà in maggio, è sceso in campo venerdì per ribadire che lo status quo in materia non è sostenibile.
La Svizzera, com'è stato ricordato per l'occasione, assicura il 75% del suo fabbisogno con le importazioni, due terzi delle quali originate da riserve fossili, e ogni anno sono così 10 i miliardi di franchi che finiscono nei paesi arabi e in Russia. I prezzi sono quindi imposti da altri, l'approvvigionamento non è garantito e si crea ricchezza all'estero invece che in patria.
Motivi più che sufficienti, questi, per puntare sul rinnovabile indigeno, a detta dei 150 parlamentari schierati, nessuno dei quali però esponente dell'Unione democratica di centro.
ATS/dg