Svizzera

Dolori anche "difficilmente controllabili"

Vaiolo delle scimmie: la sofferenza causata dalle lesioni è uno fra gli aspetti salienti della malattia, sottolinea un infettivologo dell'Ospedale universitario di Ginevra

  • 24 August 2022, 12:35
  • 23 June 2023, 20:36
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RG 12.30 del 24.08.22 - L'intervista di Alan Crameri a Stefano Musumeci, infettivologo dell'Ospedale universitario di Ginevra

RSI Svizzera 24.08.2022, 13:39

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Proprio pochi giorni fa la diffusione in Svizzera del vaiolo delle scimmie ha superato la soglia dei 400 casi. E mentre si accentuano timori e interrogativi, cresce anche l'attesa per quanto potrebbe decidere il Governo - oggi in seduta settimanale - sui vaccini elaborati per prevenire la malattia. Ma intanto, come si caratterizza questa patologia? E quali sono le sue conseguenze forse meno conosciute? A illustrarle è uno specialista a livello svizzero: Stefano Musumeci, esperto in infettivologia presso l'Ospedale universitario di Ginevra. È il medico che con ogni probabilità ha finora affrontato in Svizzera il maggior numero di casi di vaiolo delle scimmie; una malattia che già ben conosceva grazie al lavoro svolto sul terreno, in Centrafrica, per l'organizzazione "Medici senza frontiere".

Quanto è grave il decorso di questo vaiolo delle scimmie? Quanto grava sul paziente?

Un'ottima domanda. Penso che sia veramente importante un po' sottolineare che la malattia può presentarsi con dei quadri estremamente vari. Dal paziente che presenta una sola lesione a livello cutaneo con un po' di febbre per qualche giorno e nient'altro, fino a dei casi ospedalizzati per delle complicazioni legate soprattutto alla zona anatomica: quindi delle lesioni che sono concentrate nella regione anale e che provocano dei dolori che sono difficilmente controllabili, rischio di infezioni batteriche e anche, per esempio, degli ascessi profondi a livello retrofaringeo. Quindi è questo che un po' bisogna sottolineare e che secondo me, all'inizio, probabilmente nell'opinione pubblica è stato un po' sottovalutato, etichettando la malattia come qualcosa di transitorio, benigno, ecc. È vero che la mortalità resta estremamente bassa, ma è una malattia che ha un decorso che necessita di settimane. E i pazienti, nonostante un grosso impegno dal punto di vista del controllo del dolore, presentano comunque una sintomatologia che è rilevante, e che può lasciare delle tracce fisiche ma anche, direi, psicologiche. Questo è un po' quello che vedo, discutendo giornalmente con i miei pazienti.

In che senso, tracce psicologiche?

Sa, di solito noi utilizziamo una scala del dolore. Chiediamo quindi al paziente dove si colloca il suo dolore su una scala da 1 a 10. E lei può immaginare bene che un dolore a 9 o 10 su 10 - che è il peggior dolore che uno possa immaginare, che dura giorni e si riduce molto lentamente - sicuramente ha un impatto grosso anche a livello psicologico. Ho dei pazienti con cui ho discusso, che mi dicono che effettivamente questa è una cosa che non dimenticheranno probabilmente mai. Diciamo che il quadro è estremamente vario, ma se parliamo appunto di un'infezione che è un po' più concentrata a livello anale o perianale, arriviamo tranquillamente a 9 su 10, 10 su 10; quindi il peggior dolore che una persona possa immaginare. E per questo che poi necessitiamo spesso di trattamenti per il controllo del dolore che possono andare fino all'utilizzo della morfina.

Per i pazienti che lei vede e cura il vaccino, se arriverà e quando arriverà, arriverà troppo tardi. Quanto, comunque, è un tema di discussione nella fascia di pazienti che lei vede?

Sì, sicuramente si parla tanto di vaccino. È quello che ci aspettiamo, è sicuramente una riduzione della severità della malattia, ma è anche vero che al momento non abbiamo dei dati solidi perché c'è comunque bisogno di tempo. Però l'idea del vaccino è ovviamente quella di proteggere la popolazioni più vulnerabili, proteggere contro le forme severe e potenzialmente, questo lo scopriremo, limitare anche la propagazione del virus nella comunità.

Vale a dire, restano valide altre misure di protezione: isolamento, igiene?

Assolutamente. Al momento nel canton Ginevra una persona che ha ancora delle lesioni, che definiamo attive, è sottoposta a delle misure di isolamento, fino a quando c'è una risoluzione completa in quel momento e non c'è effettivamente più rischio di trasmissione.

Alan Crameri

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