La Commissione nazionale d'etica in medicina umana è a favore del dono di sperma anche per coppie dello stesso sesso e donne single. Inoltre, i minorenni così concepiti, se capaci di discernimento, dovrebbero poter avere informazioni sull'identità del donatore senza attendere i 18 anni. L'attuale regolamentazione in materia di dono di cellule germinali maschili, che risale alla fine degli anni Novanta non tiene conto degli sviluppi sia a livello di società sia di tecnologie mediche e dovrebbe quindi essere modificata, scrive la CNE in un parere sul tema pubblicato giovedì.
Da un punto di vista etico, l'ente solleva una serie di questioni relative a parità di trattamento, discriminazione, libertà personale e diritto all'informazione. L'accesso al dono di sperma solo per le coppie sposate, come prevede il diritto attuale, non appare eticamente sostenibile.
Un'altra premessa del parere è che le coppie dello stesso sesso e le donne sole spesso ricorrono alle prestazioni di cliniche straniere o al dono di sperma al di fuori di una procedura medica, attraverso la cosiddetta inseminazione a domicilio. Per queste ragioni il dono di sperma va permesso ben al di là delle coppie sposate. E dovrebbe essere consentito anche il dono da parte di parenti e altre persone vicine.
Per la commissione infine la limitazione legale del periodo di conservazione dello sperma del donatore non si giustifica più e va quindi abolita. L'organo, composto da 15 esperti, era stato costituito dal Consiglio federale nel 2001 per avere pareri consultivi.