Svizzera

Energia, bastone e carota

Il Nazionale adotta un sistema bonus-malus per premiare i consumatori virtuosi e penalizzare chi spreca

  • 3 dicembre 2014, 11:43
  • 7 giugno 2023, 01:56
Arrivano i bonus-malus energetici

Arrivano i bonus-malus energetici

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L’abbandono progressivo del nucleare e la diminuzione dei consumi di energia (fino al 43% nel 2035 rispetto al 2000) necessitano del contributo dei consumatori. Anche i gestori di rete rischiano di dover passare alla cassa. Il Nazionale (117 sì contro 73) ha quindi introdotto nel progetto di revisione della legge sull’energia un sistema di bonus-malus.

Rispetto ai certificati in bianco, cari alla consigliera federale Doris Leuthard, che prevedevano risparmi quantificati da parte dei fornitori di energia, la Camera del popolo ha preferito optare per il sistema presentato da una minoranza guidata dal PBD bernese Hans Grunder.

Con questo accorgimento verranno ricompensati coloro che adottano misure di efficacità energetica e penalizzati gli altri. I bonus e il malus dovrebbe essere di 5 centesimi per chilowattora. Vane le proteste di PLR e UDC che temevano una super burocratizzazione del sistema. La maggioranza non ha neppure tenuto conto dei dubbi della ministra dell’energia Doris Leuthard e ha, anzi, incaricato il Governo di fissare dei requisiti minimi di efficacia per impianti di riscaldamento o abitazioni.

Sostegno popolare all'energia nucleare

Proprio mentre il Nazionale sta discutendo della Strategia energetica 2050 del Consiglio federale, secondo un sondaggio Demoscope (su mandato di swissnuclear), che ha interrogato 2'200 persone di tutte le regioni linguistiche, quasi l’80% degli svizzeri auspicherebbe una consultazione popolare per l’abbandono del nucleare. In generale, dopo 15 anni di sondaggi in questo settore, la fiducia dei cittadini elvetici nei confronti delle centrali atomiche resta molto elevata. Gli impianti sono ritenuti sicuri da circa il 77% dei cittadini interpellati e necessarie per l’approvvigionamento energetico nazionale dal 63,5%. Il sondaggio registra un 70% di pareri che ritengono inutili i dibatti politici sul peridodo di funzionamento degli impianti: finché sono sicure dovrebbero continuare a produrre energia.

Red.MM/ATS/Swing

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