Il Tribunale federale ha respinto il ricorso del bancarottiere Rolf Erb, rovinato e condannato a sette anni di carcere dopo il dissesto del suo impero famigliare. Secondo i giudici non può invocare il rischio del suicidio per sfuggire all'esecuzione della pena.
Erb è stato riconosciuto colpevole di truffa per mestiere, ripetuta falsità in documenti e ripetuta diminuzione dell'attivo in danno dei creditori. Aveva chiesto una nuova perizia che valutasse il rischio di suicidio qualora dovesse scontare la pena dietro le sbarre.
I giudici di Mon Repos hanno bocciato la richiesta, affermando che esiste già una perizia dall'esito chiaro e senza lacune, ed è quindi superfluo farne fare una seconda. Inoltre - lascia intendere l'alta corte - non è opportuno che il rischio del suicidio diventi un mezzo di difesa usuale dei condannati e dei loro legali.
ATS/M. Ang.