Svizzera

La rete elvetica della maxi-frode "maltese"

Dalla fiduciaria di Lugano al fondo zurighese. Quattro indagati dalla Procura di Milano sono residenti tra Zurigo e il Ticino. Uno figura anche nei “Paradise Papers”

  • 7 ottobre 2021, 22:06
  • 10 giugno 2023, 14:54

Presunta maxi-truffa: l'intervista al procuratore di Milano Eugenio Fusco

RSI Ticino e Grigioni 07.10.2021, 22:05

Di: Mattia Pacella

La maxi-frode a danno di 1’500 investitori rivelata giovedì dalla Procura di Milano ha ampie radici in Svizzera. Quattro degli 11 gli indagati infatti sono residenti e operativi tra il Ticino e il Canton Zurigo; dalle carte dell’inchiesta che la RSI ha potuto visionare, si evince che i primi due sono italiani residenti ad Ascona, attivi in una fiduciaria locarnese, fallita l’anno scorso.

Il terzo è un italiano residente a Lugano, titolare di una ditta di consulenza. Dal registro di commercio si evince che la società sulle rive del Ceresio è attiva dal 2013 in progetti industriali, turistici e commerciali. L’uomo siede anche nel Consiglio di Amministrazione di un fondo di investimento zurighese. Un fondo che - stando agli inquirenti - veniva utilizzato in parte per investire in polizze assicurative in società maltesi.

A presiedere questo fondo è l’ultimo indagato nel nostro paese. Nato in Austria e residente a Küsnacht (ZH) era finito nel 2017 nell’inchiesta del Consorzio internazionale di giornalismo investigativo battezzata “Paradise Papers”.

“Se fossi un operatore finanziario mi lamenterei”

Per il procuratore aggiunto della Procura di Milano Eugenio Fusco, che coordina l’inchiesta, “si tratta di soggetti che agivano con professionalità. Questi sono, certo, degli operatori finanziari; se fossi un operatore mi lamenterei di essere accostato a soggetti accusati di truffa.”

Secondo gli inquirenti, gli investitori erano stati convinti a effettuare investimenti in fondi alle Bermuda e nel Liechtenstein, tramite polizze assicurative o società con sede a Malta che però nel frattempo erano state smantellate e prive di liquidita. Le somme arrivavano invece in Italia, transitando anche da conti elvetici, arricchendo - secondo la procura - gli artefici del raggiro.

I fatti contestati – dalla truffa all’associazione per delinquere - vanno dal 2013 al 2020. Per tutti vige il principio di presunzione di innocenza.


Maxi truffa internazionale, indagati anche in Svizzera

Telegiornale 07.10.2021, 14:30

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