Svizzera

Metà dei decessi nelle case anziani

In molti cantoni, anche in questa seconda ondata pandemica, la percentuale dei morti negli istituti geriatrici rimane tra il 40 e il 50%. Il parere degli esperti

  • 21 novembre 2020, 23:04
  • 10 giugno 2023, 06:27

Un morto su due nelle case anziani

Telegiornale 21.11.2020, 21:00

Di: D. Paggi/M. Ang.

Durante la prima ondata pandemica quasi la metà dei decessi legati al coronavirus è stata registrata nelle case anziani. Un dato osservato anche in Svizzera. In molti cantoni anche in questa seconda ondata la percentuale è compresa tra il 40 e il 50%. E anche da ottobre, in Ticino, 4 morti su 10 sono stati registrati proprio in queste strutture. È legittimo dunque domandarsi: non si è imparato a sufficienza da quanto successo in primavera?

Quando il virus entra in una struttura per anziani, il rischio che diventi letale aumenta perché ci sono persone più vulnerabili per età e malattie che altrove. "Un istituto che ha molte infezioni non ha per forza commesso errori. il virus circola in tutto il mondo e le case anziani non sono uno spazio isolato oppure un isola. C'è quindi la possibilità che il virus entri negli istituti. Bisogna cercare di adottare misure di protezione che evitino che succeda, ma alle volte succede", spiega Markus Leser, responsabile settore anziani di Curaviva.

In molti cantoni svizzeri, tra i quali Zurigo e Berna tra il 40 e il 50% delle persone morte per cause legate al covid sono deceduti nelle case anziani. Le proporzioni sono simili nei Grigioni e in Ticino. In alcuni cantoni si è imparato come difendere le strutture.

"Durante la prima ondata c'era mancanza di mascherine e di disinfettante. ora non è più così e gli istituti non si lamentano più. Quello che è cambiato è che ora tutte le case anziani hanno un piano di protezione articolato", sottolinea Leser.

Un provvedimento deciso durante la prima ondata è stato il divieto di visita, divieto che ora torna ad essere discusso. Un provvedimento drastico e doloroso per ospiti e famigliari.

"Occorre sempre ponderare da un lato la protezione assoluta delle strutture e dall'altra la possibilità di garantire agli ospiti una certa libertà e la possibilità di ricevere visite. È una questione di equilibrio. In materia di case anziani un ruolo importante è rivestito anche dalle competenze cantonali e talvolta comunali. Bisogna considerare anche le differenze culturali e come è strutturata la popolazione di chi vive in queste strutture", spiega Rudolf Hauri, dell'Associazione medici cantonali.

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