Svizzera

Morges, ombre sulla procura federale

Diverse le segnalazioni fatte dal canton Vaud al Ministero pubblico della Confederazione, anche poco prima dell’omicidio jihadista – La famiglia della vittima pensa a una denuncia

  • 31 gennaio 2023, 07:40
  • 24 giugno 2023, 04:07

RG 7.00 del 31.01.2023 - Il servizio di Paola Latorre

RSI Svizzera 31.01.2023, 08:40

  • archivio keystone
Di: RG-Latorre/Red. MM

L'attentato terroristico di Morges poteva essere evitato? Stando ad alcuni documenti le autorità vodesi avevano avvertito più volte, invano, il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) sul comportamento dell'omicida nei due mesi precedenti all'aggressione letale. E la famiglia della vittima sta pensando ora di sporgere denuncia nei confronti della Confederazione.

Tre settimane fa lo svizzero-turco autore del primo assassinio a carattere jihadista in Svizzera è stato condannato a 20 anni di prigione. L'uomo, il 12 settembre del 2020 aveva pugnalato a morte in un kebab di Morges un 29enne portoghese al grido di Allah è grande.

E come scritto, secondo la famiglia della vittima la responsabilità della morte è anche della Confederazione e, secondo quanto indicato dall'avvocato Dario Barbosa che la rappresenta, sta pensando di avviare un'azione di responsabilità contro lo Stato viste le varie violazioni che ci sono state in questo caso.

Le rivelazioni dell’inchiesta di RTS

Per capire queste violazioni bisogna tornare indietro di qualche anno. Nel 2019, come ha rivelato un'inchiesta dei colleghi di RTS, il condannato aveva infatti cercato di far esplodere una stazione di servizio ed era stato posto in detenzione preventiva. Dati alcuni indizi di precedenti jihadisti, l'inchiesta era stata ripresa dal Ministero pubblico della confederazione (MPC), che l'aveva estesa a una possibile infrazione alla legge federale che vieta i gruppi Al Qaida e Stato islamico.

Dopo un anno e mezzo, due mesi prima dell'omicidio, l'uomo era tornato in libertà. Ma solo a determinate condizioni, alla prima violazione sarebbe dovuto tornare in carcere. Le inadempienze a questi doveri, come ad esempio il doversi presentare ogni domenica mattina al posto regionale di polizia, sono state diverse e sempre segnalate, invano, al MPC. Così come era stato segnalato il testamento trovato nell'alloggio dell'uomo quattro giorni prima dell'omicidio, in cui l'assassino si augurava che i figli venissero cresciuti nella penisola arabica, da arabi di fede islamica.

Chiamato in causa, il Ministero pubblico della confederazione non si esprime su queste accuse perché, scrive in una nota, la sentenza non è ancora definitiva e perché è in corso un'inchiesta da parte dell'autorità di vigilanza

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