Svizzera

"Non sempre un toccasana"

Residenze secondarie: il parere di Benedetto Antonini sul tema in discussione al Consiglio nazionale

  • 2 March 2015, 11:18
  • 7 June 2023, 03:32
Benedetto Antonini

Benedetto Antonini

  • © Ti-Press

L'iniziativa ”Basta con la costruzione sfrenata di abitazioni secondarie!”, accolta l'11 marzo del 2012, chiedeva una sola cosa: un tetto del 20% alle residenze non primarie in ogni comune svizzero. Un testo "drastico", "non sufficientemente fine nella sua lettura del territorio" per effetto del suo carattere costituzionale, secondo Benedetto Antonini, vicepresidente della STAN, la Società ticinese per l'arte e la cultura.

Per l'architetto e urbanista, concretamente "bisogna tenere conto che non tutti i comuni sono uguali": per alcuni, i più discosti, le case di vacanza "sono persino un toccasana, perché permettono di far sopravvivere servizi per i quali la massa critica dei residenti non basterebbe". In altri, invece, il loro numero è eccessivo e crea pressione sul costo degli alloggi anche per la popolazione stanziale. In questi, afferma deciso Antonini, "bisogna costruire solo abitazioni primarie".

Benedetto Antonini, architetto e urbanista

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Un'ampia proporzione di residenze secondarie può anche "uccidere" alberghi, ristoranti e negozi: lo sa bene
Claudia Troncana, sindaca di Silvaplana, comune balzato di recente all'onore della cronaca per aver voluto tassare i cosiddetti "letti freddi" allo scopo di aumentarne l'occupazione, incoraggiando i proprietari ad affittarli quando sono assenti (ascolta l'audio). Un'idea che
piace anche a Mesocco, che investirebbe gli introiti per rilanciare la stazione del San Bernardino. In Ticino
il cantone vuole offrire la possibilità ai comuni di fare lo stesso.

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La situazione oggi


Sono una novantina su 135 in Ticino e altrettanti su 125 in territorio retico (12 su 17 nel Grigioni italiano) i comuni nei quali le abitazioni secondarie superano la soglia del 20% e dove quindi costruirne di nuove non è permesso. È questa la fotografia della situazione quasi tre anni dopo il "sì" dell'iniziativa di Helvetia Nostra.

Le mappe del voto e della concentrazione di case di vacanza

Il numero delle località "fuorilegge", un elenco che la Confederazione aggiorna annualmente, è in diminuzione: alcuni comuni sono finiti nell'elenco (in Ticino, da ultimo, Magliaso), ma sono più numerosi quanti ne sono usciti, dimostrando di non raggiungere la quota del 20%. Fra i meriti dell'iniziativa, riconosce Antonini, c'è quello di aver portato a migliorare statistiche fin lì "lacunose o perlomeno imprecise".

Antonini: ''L'iniziativa ha avuto il pregio di portare maggiore cura nelle statistiche''

RSI Svizzera 03.03.2015, 11:06

Fra le cause del proliferare senza controllo di residenze secondarie, in particolare nelle residenze di montagna, sostiene l'urbanista, vi è il fallimento della Lex Koller sull'acquisto di beni immobili da parte di stranieri. Una legge che non si vuole abrogare ma che di fatto, afferma, è stata in larga misura aggirata.

Antonini: ''La lex Koller è stata aggirata''

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Con il voto sull'iniziativa Weber, afferma ancora Antonini la popolazione ha dimostrato "di avere a cuore la cura del paesaggio più dei politici".

Timeline: dal voto del 2012 al dibattito al Nazionale

L'iter che ha portato al dibattito al Nazionale sembra confermarlo: nel nome degli interessi economici e delle regioni turistiche di montagna, è stato un susseguirsi di nuove scappatoie alla norma del 20%, dall'ordinanza emanata dal Consiglio federale nell'agosto del 2012 (e ancora valida fino al varo della legge) alla versione della legge approvata dagli Stati. Le cose potrebbero cambiare con l'accordo di ieri, lunedì, fra la figlia di Franz Weber da una parte, UDC e PLR dall'altra: Helvetia Nostra non lancerà il referendum, in cambio della rinuncia ad alcune eccezioni.

Stefano Pongan

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