Svizzera

Parigi, spunta una pista svizzera

Un jihadista romando era probabilmente a conoscenza di quel che sarebbe successo la notte del 13 novembre 2015

  • 5 agosto 2019, 14:13
  • 9 giugno 2023, 14:21

PP 12.00 del 05.08.2019: da Berna, Gian Paolo Driussi

RSI Svizzera 05.08.2019, 14:08

  • reuters
Di: RG-GPD/ludoC

Spunta una pista svizzera negli attacchi terroristici del 13 novembre 2015 a Parigi. Un jihadista romando, ora in carcere in Siria, era infatti in contatto con gli organizzatori degli attentanti e, secondo ricerche giornalistiche pubblicate lunedì, ore prima sapeva già cosa sarebbe successo.

Il jihadista in questione è Damien G., alias Abu Saleiman al-Swissri, che avrebbe scritto alla sua sorellastra messaggi mentre si trovava nelle zone di conflitto, con le seguenti domande: “Come Stai? Non sei per caso a Parigi?”, il tutto seguito dal simbolo di una bomba e questo poche ore prima dell’attacco al Bataclan.

Catturato in Siria, militava nell’IS

L’uomo è uno dei jihadisti svizzeri catturati mesi fa dalle milizie curde ed era, questo è stato confermato, a stretto contatto con i coordinatori degli attentati. Queste e altre informazioni sulla sua figura sono pubblicate da diversi media d'oltre San Gottardo, i quali sono entrati in contatto con alcuni suoi parenti e - tramite un giornalista locale - sono riusciti ad entrare direttamente in contatto con lui in carcere. Quasi trentenne, il vodese si era recato nell'area iracheno-siriana nel 2013: inizialmente affiliandosi ad al-Qaeda, era poi passato nelle file dello Stato islamico (IS). A quanto pare ingaggiato come massaggiatore in un ospedale gestito dall’IS, secondo la sua scheda personale faceva parte dei servizi d’informazione dell'organizzazione radicale sunnita.

Siria, arrestato jihadista svizzero

Telegiornale 21.07.2019, 22:00

Un attentato in Svizzera?

Nel 2014 aveva postato una foto su Twitter: una cintura esplosiva con infilato un passaporto svizzero e la frase “ritorno alle origini, home sweet home”. Per gli inquirenti il probabile annuncio di un attentato che avrebbe voluto fare nel nostro paese.

Quasi contemporaneamente la polizia fece un blitz a casa di un suo contatto, a Yverdon, col quale avrebbe più volte tentato di reclutare altri svizzeri, su Internet, per conto dell’IS.

L’uomo faceva parte di una rete costituita da giovani radicalizzatisi in Romandia (soprattutto a Ginevra), di cui fanno parte anche i due cittadini svizzeri arrestati in Marocco in relazione all'uccisione, lo scorso dicembre, di due turiste norvegesi.

Dove processare i foreign fighters?

Il giovane svizzero è detenuto dai curdi al confine tra Siria e Iraq. E il problema di come processare i foreign fighter, gli europei radicalizzati partiti per i fronti di guerra in Medio Oriente, resta tuttora aperto. Il ministro degli esteri francese Jean-Yves Le Drian propone la costituzione di un tribunale internazionale, che verrebbe creato proprio nella zona curda delle Siria.

RG 12.30 del 05.08.2019: da Parigi, Alessandro Grandesso

RSI Mondo 05.08.2019, 14:30

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