UDC e PLR insieme hanno la maggioranza al Consiglio nazionale dalle ultime elezioni federali e nei primi due anni di legislatura hanno saputo imporre la loro volontà in alcuni casi. Tuttavia, secondo un'analisi pubblicata giovedì, a dipendenza dei temi si sono formati anche nuovi equilibri. Lo scivolamento a destra ha influenzato in particolare la composizione del Consiglio federale, con l'ingresso di Guy Parmelin e Ignazio Cassis al posto di Eveline Widmer-Schlumpf e Didier Burkhalter, e si è fatto sentire sulla terza riforma dell'imposizione delle imprese, affossata però poi dal popolo.
Complice il bicameralismo (agli Stati detengono solo 19 poltrone su 46), democentristi e liberali-radicali non si sono invece imposti su Previdenza 2020, altro progetto comunque respinto alle urne, e l'alleanza non ha retto nemmeno negli attacchi alla SSR: appena 70 deputati hanno sostenuto il controprogetto che proponeva di dimezzare il canone.
Infine, nuove alleanze si sono costituite per esempio sull'applicazione dell'iniziativa contro l'immigrazione di massa: la versione "light" è frutto del compromesso fra PS e PLR contro l'UDC.
pon/ATS