"Sembri un hamburger che balla"

L'Accademia di danza di Zurigo, una delle scuole del Dipartimento di arti dello spettacolo e cinema della Zürcher Hochschule der Künste (ZHdK), è al centro di un caso dai contorni simili a quello che lo scorso anno ha scosso la scuola-laboratorio di danza Rudra Béjart di Losanna. Un'inchiesta del giornale "Die Zeit", basata sui racconti di 13 ex allievi della prestigiosa scuola di danza classica che prepara gli 11-19enni alla carriera professionistica, ha rilevato che i metodo di insegnamento sono basati su maltrattamenti fisici e psicologici.

Il rettore della ZHdK Thomas Maier ha confermato l'apertura di un'inchiesta amministrativa poiché i fatti emersi, se confermati, sarebbero assolutamente inaccettabili. Si parla di requisiti di peso estremi e pericolosi per la salute, umiliazioni, intimidazioni, derisioni, pressioni e persino di violenza fisica. Frasi come "Sembri un hamburger che balla", "Danzi come uno storpio", "Da come balli, sembri una merda che galleggia sull'acqua", "Sei stupido", "Non avrai mai successo" sarebbero all'ordine del giorno durante le lezioni di taluni insegnanti.

La giornalista di "Die Zeit" ha seguito i 13 ex allieve ed ex allievi per 5 mesi. Dai loro racconti emerge, spiega, "una cultura della paura, una pedagogia nera promossa dalla dirigenza scolastica e da diversi insegnanti, non si tratta di casi isolati ma sono molto le persone coinvolte". In passato alcuni genitori avrebbero avvertito della situazione le autorità scolastiche, ma le loro segnalazioni sarebbero cadute nel vuoto.

Aspiranti ballerine e ballerini sono sottoposti a pressioni così forti sul peso da portare a disturbi alimentari. In concreto, la scuola chiede come criterio d'ingresso un indice di massa corporea tra il 16 e il 18, che secondo l'OMS significa essere sottopeso. Chi lo supera viene costantemente umiliato, insultato o ignorato. "In alcuni casi - spiega l'autrice dell'inchiesta giornalistica - questo ha portato a problemi psicologici, c'è chi ha dovuto prendere antidepressivi, per non parlare di chi ha sviluppato disturbi alimentari tali da finire in clinica".