Dopo l'accettazione, una settimana fa, in Ticino, del divieto di portare il burqa, il settore turistico svizzero si preoccupa della reazione dei ricchi turisti arabi.
In un'intervsita al SonntagsBlick, la direttrice della Federazione svizzera del turismo Barbara Gisi pensa che il divieto potrebbe scoraggiare gli arabi che spendono normalmente grandi somme di denaro in Svizzera dal visitare la Confederazione, soprattutto se in futuro il divieto dovesse essere generalizzato in tutto il paese.
Il timore è esagerato, risponde il presidente dell'Unione evizzera di arti e mestieri, il democentrista Jean François Rime, secondo il quale non è vero che le famiglie con donne velate contribuiscano in modo significativo al fatturato del settore in Svizzera.
RedMM
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Il servizio di Mirko Priuli
RSI Cronaca 29.09.2013, 14:25
Garanzia parlamentare
Resta aperta la questione della conformità alla Costituzione nazionale del divieto di coprirsi il volto in pubblico, che i ticinesi domenica scorsa hanno voluto inserire nella loro Carta fondamentale. La modifica, infatti, deve sottostare alla verifica del Parlamento federale. La procedure dovrebbe durare un paio di anni. È raro che la garanzia non venga accordata, ma in quel caso la norma sarebbe inapplicabile. Interrogato in proposito dal SonntagsBlick, il professore di diritto zurighese Urs Saxer si dice fautore dell'incostituzionalità della disposizione.