Cronaca

Favorevoli e contrari ai "salari equi"

Gli argomenti di coloro che, il 24 novembre, appoggeranno il testo e di chi, invece, non lo condivide

  • 26 October 2013, 08:07
  • 5 June 2023, 18:53
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Il 24 novembre 2013 gli svizzeri saranno chiamati ad esprimersi sull'iniziativa popolare del 21 marzo 2011 denominata “1:12 – Per salari equi”, promossa da Gioventù socialista (GS).

Per meglio capire su cosa si è chiamati a votare, proponiamo una sintesi di quanto contenuto nell'opuscolo informativo del Consiglio federale.

Su cosa si vota

Il testo dell'iniziativa chiede che all’interno della stessa impresa il salario massimo non possa superare di oltre dodici volte il salario minimo. In questo modo si intende porre dei limiti alle retribuzioni dei dirigenti di livello più alto. Sarebbero permesse eccezioni per i salari delle persone in formazione, degli stagisti e dei collaboratori con posti di lavoro protetti. Se l’iniziativa fosse accettata, la Confederazione dovrebbe emanare le necessarie disposizioni legislative entro due anni.

Gli argomenti del comitato d’iniziativa

Il Comitato d’iniziativa ricorda che “lo scorso anno UBS ha registrato perdite per 2,5 miliardi di franchi. Contemporaneamente, ha versato 2,5 miliardi di franchi di bonus. Il solo banchiere d’affari Andrea Orcel ha incassato 26 milioni a titolo di “indennità di assunzione”. Uno svizzero con un salario medio dovrebbe lavorare 385 anni per conseguire la stessa somma”.

Con l’iniziativa “1:12 – Per salari equi”, secondo i promotori, si può mettere un freno a questa evoluzione: “Nessun manager può guadagnare in un mese più di quanto guadagnano i suoi collaboratori in un anno”. Per ottenere una retribuzione più elevata, sottolineano, un CEO deve dunque alzare anche i salari più bassi pagati nella sua impresa.

Qui trovate ulteriori informazioni.

Gli argomenti del comitato contrario

Contrario all’iniziativa è il comitato denominato “Per una Svizzera vincente anche in futuro”, il quale ritiene che i Giovani socialisti – con il testo promosso – vanno contro il principio fondamentale secondo il quale “i salari sono fissati tra datori di lavoro e lavoratori. Nell’ambito delle convenzioni collettive di lavoro, i salari sono direttamente negoziati con i sindacati. Lo Stato non interviene e non ha nessuna ragione per farlo”.

A suo avviso, con l’iniziativa “1:12 – Per salari equi”, GS impone “non solo un dettame dello Stato sui salari, bensì disprezza anche i principi stessi del dialogo tra partner sociali che, in oltre 100 anni, ha rivelato tutta la sua efficacia”.

Qui trovate ulteriori informazioni.

La posizione del Consiglio federale

Consiglio federale e Parlamento raccomandano di respingere l’iniziativa popolare “1:12 – Per salari equi” perché a loro avviso non mantiene le promesse: “Vuole ridurre il divario tra i salari più alti e quelli più bassi, ma invece di raggiungere gli obiettivi perseguiti crea nuovi e ulteriori problemi”.

Red.MM/SM

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