Festival di Locarno, Chatrian direttore

Nessuna sorpresa a Palazzo Marcacci, dove si è tenuta la conferenza stampa per l'annuncio del nuovo direttore. A sostituire Olivier Père sarà il critico Carlo Chatrian, il cui nome veniva fatto già da alcuni giorni.

Giornalista, autore e programmatore, Carlo Chatrian nasce a Torino nel 1971 e si laureato in Lettere e Filosofia presso l’Università torinese, conseguendo parallelamente una specializzazione in giornalismo e comunicazione. Dai primi anni ’90 collabora stabilmente come critico cinematografico con le riviste Filmcritica, Duellanti, Cineforum ed è direttore della rivista Panoramiques. Il legame invece con il Festival del film Locarno nasce nel 2002 (vedi la scheda).

Durante la conferenza stampa Marco Solari ha spiegato come l'addio di Pėre sia stato accolto con "tristezza e sorpresa" . Allo stesso tempo però ha espresso “profonda riconoscenza” per la conduzione durata tre anni del Festival del film Locarno. Dal canto suo, Olivier Père ha affermato di lasciare “persone che sono amici più che colleghi" sottolineando di essere "soddisfatto del lavoro svolto". Ha infine parlato anche di Chatrin, dichiarano di partire "con una sicurezza e grande fiducia per il futuro " .

Solari ha poi presentato il nuovo direttore artistico affermando che si tratta della "migliore nomina possibile. Ė la persona giusta ". Ha poi aggiunto: " Seguo Carlo Chatrian con occhio attento da molti anni. Ho sempre apprezzato la sua capacità lavorativa e la sua intelligenza. Chatrian conosce alla perfezione la nostra manifestazione e ha il carisma e la preparazione necessaria per poter guidare il Festival di Locarno".

Chatrian e quella metafora sulla montagna

Le prime parole del neo direttore sono invece state: " P er me ė una gioia molto grande questa nomina. Il Festival ė una scoperta, un luogo di incontro, di crescita ". Chatrian, ricordando il suo forte legame con la montagna (è valdostano), ha usato una metafora per descrivere la sfida che ha deciso di raccogliere: " Quando si cammina in montagna non si guarda alla vetta. Si guarda in basso, si procede passo dopo passo, e solo alla fine si arriva in cima" .