Cronaca

Hildebrand, il CF difende le sue scelte

  • 24 maggio 2013, 13:28
  • 6 giugno 2023, 11:53
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Il Consiglio federale difende il suo operato nella vicenda Hildebrand e respinge le critiche parlamentari. Assicura di essere intervenuto nel pieno rispetto della legalità senza compromettere l'indipendenza della BNS.

Le Commissioni della gestione avevano scritto in un loro rapporto che il Governo aveva superato le sue competenze e aveva agito senza disporre della necessaria base legale. In effetti avrebbe dovuto essere il Consiglio della Banca nazionale a indagare sui rimproveri di abuso di informazioni privilegiate mossi nel 2011 all’allora presidente della BNS, in relazione a un'operazione sul mercato delle divise compiuta dalla moglie. Hildebrand alla fine si dimise il 9 gennaio 2012.

"In gioco gli interessi del paese"

L’intervento, sostiene l’Esecutivo, "era motivato dalla necessità di risolvere un problema politico che avrebbe potuto danneggiare l’immagine della Svizzera". Se il Governo non si fosse mosso, avrebbe trascurato gli interessi del paese.

Verbali, non si cambia

Le critiche riguardavano anche i verbali delle sedute del Consiglio federale, giudicati in parte errati e lacunosi. Anche in questo caso, però, il Governo si difende: un cambiamento di prassi, che porti a documenti più dettagliati e all'indicazione del voto di ogni ministro, rischierebbe di limitare il margine di manovra dei singoli capi dipartimento.

Per il resto, invece, l'Esecutivo accoglie in larga misura le 10 osservazioni formulate al suo indirizzo, su questioni riguardanti la sorveglianza e la trasmissione di informazioni.

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