Svizzera

(solo) Un anno fa…

Nell'ultimo giorno del WEF 2018 il ricco e molto frequentato pranzo offerto da Mohammed bin Salman. Impensabile oggi

  • 23 gennaio 2019, 08:07
  • 9 giugno 2023, 06:13

RG 07.00 del 23.01.19: la corrispondenza di Pierre Ograbek sull'intervento in video conferenza di Mike Pompeo

RSI Svizzera 23.01.2019, 08:07

  • RSI/PO

Sono ripartito dalla fine, dall’ultimo giorno al WEF 2018.

Prima di ritornare a Davos ho rivisto i miei ultimi scatti presi durante l’edizione dell’anno precedente. E mi è corso un leggero brivido lungo la schiena, lo ammetto.

A troneggiare in quelle istantanee c’era lui: il principe saudita Mohammed bin Salman, nella hall principale del centro congressi che ospita il Forum economico mondiale. Lì troneggiava la sua immagine proiettata sul maxi-schermo.

Quel Mohammed bin Salman onnipresente nella cronaca degli ultimi mesi, dopo che il giornalista dissidente saudita Jamal Khashoggi è stato letteralmente fatto a pezzi e poi fatto sparire dagli emissari di Riad, nell’ottobre scorso al consolato di Istanbul.

Il suo volto sorridente ci ha accompagnato durante tutto quanto l’abbondantissimo buffet offerto dall’Arabia Saudita per il pranzo del venerdì. Un successone di pubblico. Non solo per la quantità e per la bontà delle libagioni.

Di solito, dopo quel tradizionale buffet del venerdì si assiste ad un fuggi-fuggi generale. Tutti hanno già il proprio trolley alla mano. L’anno scorso invece no: il raffinato pasto sarebbe stato seguito dal discorso del presidente statunitense Donald Trump. L’apice del WEF 2018, altro che fuggi-fuggi!

E Mohammed bin Salman a mezzodì ci guardava dall’alto, da quel maxi-schermo che domina la hall principale del Forum di Davos. Ci guardava con un sorriso magnanimo, forse compiaciuto.

Offriva lui.

Nel 2018 a Davos

RSI Svizzera 22.01.2019, 23:57

Impensabile che questo possa succedere ora. Su di lui pesano pesantissimi sospetti; sarebbe lui il mandante del terribile assassinio di Khashoggi? Il principe sarebbe stato al corrente dell’agguato di Istanbul?

Succedeva un anno fa al WEF.

Nel giorno in cui quell’élite mondiale che ha accesso all’esclusivissimo incontro grigionese mutava improvvisamente il proprio comportamento.

Non tanto per il luculliano pranzo offerto dai sauditi, ma piuttosto per l’inedito ospite finale. All’improvviso tutti hanno deciso di lasciare da parte i dialoghi finemente tessuti con gli altri leader dell’economia, della politica, della cultura mondiale. E si sono appostati.

Tutti in attesa di vedere lui: Donald. Atteso quasi come una rock-star.

Dal presidente statunitense ci si attendevano segnali importantissimi per gli equilibri mondiali. Un discorso che andasse al di là di quel “Make America Great Again” scandito instancabilmente anche dopo la sua elezione.

Trump ha ricambiato tessendo le lodi della sua stessa politica economica, delle sue stesse manovre, dei suoi tagli alle tasse.

Nessun riferimento ad approcci geostrategici mondiali, a guerre commerciali, ad iniziative di pace inimmaginabili fino a quel punto. Nessun riferimento al conflitto commerciale con la Cina, o al clamoroso incontro col leader nordcoreano Kim Jong-un…

I frequentatori del WEF lo avrebbero scoperto solo dopo. Qualche mese dopo aver ascoltato il discorso di Donald Trump.

Eppure succedeva solo un anno fa. A Davos.

da Davos, Pierre Ograbek

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