Ticino e Grigioni

“Non ho mai temuto il peggio”

Parla il capitano Roberto Battaglioni, il pilota del volo Swiss che il 1° febbraio dovette atterrare tra i ghiacci di Iqaluit

  • 20 febbraio 2017, 22:20
  • 4 ottobre 2023, 17:31

In studio Roberto Battaglioni

Telegiornale 20.02.2017, 21:00

“Eravamo in volo da cinque ore e mezza a poco meno di 10'000 metri di altezza. Avevano appena sorvolato la Groenlandia quando uno dei motori, quello sinistro, si è spento”.

Era lo scorso primo febbraio quando un aero della Swiss aveva dovuto effettuare un atterraggio di emergenza tra i ghiacci di Iqaluit, nell’estremo nord del Canada. Fuori il termometro registrava 23 gradi sotto lo zero; a bordo c’erano 216 passeggeri, 14 membri dell’equipaggio e un carico di 29 tonnellate.

A raccontare quei concitati momenti, questa sera (lunedì) durante il Telegiornale, c’era il pilota del volo che da Zurigo Kloten sarebbe dovuto arrivare a Loa Angeles: il capitano Roberto Battaglioni.

“Abbiamo subito intrapreso le procedure necessarie, scendendo gradualmente di quota – spiega il pilota bellinzonese ai nostri microfoni -. Abbiamo provato a riavviare il motore, ma non ci siamo riusciti”.

Un racconto, quello di Battaglioni, narrato con lucida calma: “Siamo istruiti per tenere sotto controllo questi eventi. L’importante è non perdere mai il controllo e attenersi alle procedure”.

Battaglioni, lo ha raccontato lui stesso, non ha mai temuto il peggio. Dal momento del guasto all’arrivo a Iqaluit è passata circa un’ora e venti minuti. “Un tempo abbastanza lungo per preparare al meglio l’atterraggio”.

E i passeggeri? “Sono rimasti inizialmente sorpresi. Ma poi si sono adeguati, e d’altra parte non avevano molto scelta…”

TG/ludoC

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