Alla problematica della pressione dei salari verso il basso è legata l’iniziativa popolare “Basta con il dumping salariale in Ticino!”. Su di essa, e su un controprogetto diretto votato dal Gran Consiglio, gli elettori ticinesi saranno chiamati a votare il prossimo 25 settembre. Ai cittadini si chiede anche di esprimersi sul testo da far entrare in vigore, nell’eventualità in cui entrambi gli oggetti siano accettati.
L’iniziativa contro il dumping, sottoscritta da più di 7’500 elettori, punta all’istituzione di un ispettorato cantonale del lavoro e in questo senso si articola in 4 punti: definizione dei compiti in relazione alle leggi, adattamento dell’organico nella misura di un ispettore ogni 5’000 persone attive, pubblicazione di una statistica annuale su contratti e salari e istituzione di delegati attivi, nelle imprese, per il controllo delle evoluzioni dei salari e delle condizioni di lavoro.
La problematica del dumping è ricorrentemente sollevata dalle organizzazioni sindacali
L’iniziativa è giudicata dal Gran Consiglio troppo onerosa, suscettibile di compromettere il ruolo del partenariato sociale e tale da implicare oneri rilevanti a carico delle aziende. A essa il Legislativo, lo scorso giugno, ha così opposto un controprogetto teso a valorizzare il
sostegno alla professionalizzazione delle commissioni paritetiche e il
potenziamento degli ispettori incaricati degli accertamenti.
Gli argomenti degli iniziativisti
I promotori dell’iniziativa sottolineano, fra gli elementi del loro testo, la richiesta di notifica per tutti i contratti di lavoro individuali conclusi nel cantone. Ciò consentirebbe, in caso di irregolarità, l’immediato intervento dell’ispettorato. Ai sostenitori del controprogetto, contestano quindi l’assenza di tale elemento nel loro testo. Col risultato, aggiungono, che si continuerebbe a non conoscere la consistenza dei salari corrisposti ai lavoratori.
Contestata dagli iniziativisti è anche la posizione del Parlamento circa i costi per l’implementazione del loro testo. Essi equivarrebbero a 6 milioni di franchi l’anno (pari allo 0,18% della spesa cantonale), e non a 10 milioni come sostenuto invece dal Legislativo. Le divergenze, in base alla statistica delle persone occupate in Ticino, concernono quindi anche il numero dei nuovi ispettori: 46 secondo gli iniziativisti, a fronte dei 75 previsti dalle stime illustrate da Gran Consiglio e Governo.
Le ragioni del controprogetto
Consiglio di Stato e Parlamento, che raccomandano agli elettori di respingere l’iniziativa popolare, ritengono invece che il controprogetto implichi costi più contenuti (nell’ordine di 10 milioni di franchi in 4 anni) e possa ottimizzare l’attuale sistema di vigilanza del mercato del lavoro. Il Governo, in funzione delle necessità, avrebbe la possibilità di potenziare le risorse in questo ambito già esistenti.
Gran Consiglio e Governo, contrari all'iniziativa, invitano gli elettori a scegliere il controprogetto
Il controprogetto, a detta del Gran Consiglio e dell’Esecutivo, mostra quindi
coerenza rispetto alle iniziative già intraprese nel quadro della lotta contro il fenomeno del dumping salariale: come l’
ottimizzazione delle misure accompagnatorie alla libera circolazione, l’
irrigidimento delle sanzioni e il potenziamento degli uffici cantonali.
ARi
Tutti contro il dumping salariale
Modem 31.08.2016, 08:20