La sala gremita sottolinea il bisogno di far chiarezza. Più di 200 persone martedì sera hanno partecipato alla serata pubblica, organizzata dal Centro sanitario Valposchiavo (CSVP).
Un momento per presentare nel dettaglio la strategia perseguita finora, ma anche soprattutto per capire le perplessità e preoccupazioni della popolazione diventate sempre più forti negli ultimi mesi.
Grazie a questo scambio di opinioni, i vertici dell’istituzione sanitaria hanno potuto sentire il polso della popolazione. Per il futuro c’è la volontà di fare meglio.
“C’è del potenziale di miglioramento – dichiara Giovanni Jochum, presidente del Consiglio di Fondazione CSVP – e questo sia all’interno che verso la popolazione. Si può fare di più e non bisogna avere paura a comunicare. Magari si fa un errore, ma bisogna trovare il contatto con la popolazione”
Se la questione comunicativa può essere risolta in tempi brevi, diversa è la situazione per l’offerta chirurgica. Da inizio marzo infatti non si opera più nel Centro sanitario, perché mancano anestesisti.
“Avremo in futuro anche altri problemi nel reperire personale specializzato – afferma Jochum – Sono convinto che dobbiamo iniziare adesso a collaborare e cercare soluzioni anche per questo”.
Per questa ricerca si segue un criterio ben preciso. “Ho parlato prima di sostenibilità nel tempo – afferma Emanuele Bontognali, presidente del Comitato del Consiglio di Fondazione CSVP – ovvero prendere decisioni che durino nel tempo, proprio perché non vorrei ritrovarmi qui fra sei mesi a dovervi dire che il concetto che abbiamo sviluppato non funziona e dobbiamo cambiare o chiudere”.
Un’ambizione che si scontra con la carenza di personale qualificato disposto a lavorare in una regione periferica come la Valposchiavo.