Ticino e Grigioni

Corruzione, l'inchiesta avanza

Si chiariscono le responsabilità delle sei persone finite in manette in Ticino

  • 9 febbraio 2017, 13:11
  • 8 giugno 2023, 04:03
L'inchiesta sui permessi falsi continua a pieno regime

L'inchiesta sui permessi falsi continua a pieno regime

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Il 25enne arrestato martedì con l’accusa di corruzione e tratta di essere umani, titolare di un’impresa di costruzione di Bellinzona (mai attiva e dichiarata fallita) era stato agli arresti domiciliari in Kosovo (negli ultimi mesi dello scorso anno) per due permessi svizzeri falsificati stampati su carte di sicurezza rubate. La polizia kosovara lo aveva posto ai domiciliari per sei mesi. Tornato in Ticino l'uomo è finito nuovamente dietro le sbarre.

L’inchiesta che, oltre al 25enne, ha portato in carcere altre cinque persone sta intanto chiarendo i retroscena dello scandalo dei permessi che ha investito l'Ufficio della migrazione ticinese.

Si attende intanto la decisione del giudice dei provvedimenti coercitivi sulle istanze di carcerazione presentate dal procuratore pubblico Antonio Perugini per le sei persone arrestate tra martedì e mercoledì. Tra loro il funzionario 28enne dell’Ufficio della migrazione per il quale sono state chieste 8 settimane di carcere preventivo; lo stesso vale anche per la 28enne ex collega e per il fratello del presunto corruttore. Per il 25enne sono state invece 12 le settimane richieste. Gli avvocati della difesa contestano la lunghezza dei provvedimenti avanzati dall'accusa mentre la decisione del giudice potrebbe già arrivare in giornata.

Darco Degrussa/Romina Lara/Swing

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