“Nulla di nuovo”. Esordisce così Emilio Martinenghi al Quotidiano di mercoledì. Il presidente del CdA di Darwin Airline, il cui capitale azionario è stato ceduto per un terzo a Etihad, precisa la natura dell’azione intrapresa dall’Ufficio federale dell’aviazione civile (UFAC) e la posizione della compagnia, rimproverata di non essere in mano svizzera o europea.
“L’UFAC – spiega Martinenghi - ha ricevuto da parte nostra contratti e accordi con i partner arabi, validi dall’inizio dell’anno, dal momento cioè della loro entrata nella compagnia. Berna ha quindi richiesto delle chiarificazioni sugli accordi commerciali e di partenariato”. L’amministrazione federale ha quindi chiesto di portare dei correttivi, “pochi punti, limitati e tecnici”, in particolare una diversa formulazione dei contratti in modo che si chiariscano i rispettivi ruoli dell’operazione, “cosa che stiamo facendo, che è perfettamente attuabile e per la quale c’è tempo fino al 30 settembre. Tutto questo rientra in un contesto di trasparenza che portiamo avanti sin dall’inizio”.
Per Martinenghi, quindi, non ci sono dubbi: Darwin continua ad essere “assolutamente” svizzera. E continua a crescere. “Il personale – continua Martinenghi - è passato da 200 a 300 impieghi dall’entrata del nostro partner. Se ci lasceranno lavorare per raggiungere il nostro obiettivo, che è quello di portare una concorrenza sana nel contesto svizzero e europeo, non c’è nulla da temere. Anzi”.
Concorrenza che potrebbe avere ripercussioni anche a sud delle alpi. Darwin sta infatti “seriamente considerando” di mantenere il collegamento tra Lugano e Zurigo, che Swiss ha deciso di mantenere, rifiutando però la collaborazione con Darwin, che scadrà il prossimo ottobre. “Una decisione in merito – chiosa Martinenghi – cadrà nel prossimo futuro”.
Quot/CSI/Red MM