Ticino e Grigioni

Eritrea morta, marito in cella

Prorogata fino a dicembre la carcerazione del 35enne accusato di avere gettato la compagna dal balcone a Bellinzona

  • 6 October 2017, 18:00
  • 8 June 2023, 09:36
Il luogo della sciagura in Via San Gottardo a Bellinzona

Il luogo della sciagura in Via San Gottardo a Bellinzona

  • ©Ti-Press

Dovrà rimanere dietro le sbarre almeno fino alla seconda metà di dicembre il 35enne eritreo accusato di avere ucciso la compagna, gettandola dal balcone del loro appartamento di Bellinzona la sera del 3 luglio scorso. Lo ha deciso oggi, venerdì, la giudice dei provvedimenti coercitivi Claudia Solcà. Il procuratore pubblico Moreno Capella aveva chiesto una proroga di tre mesi, la difesa la scarcerazione.

Intanto sembra prendere corpo il movente della gelosia. È quanto emerge perlomeno dalle dichiarazioni che alcuni conoscenti della coppia hanno rilasciato agli inquirenti. L’uomo – hanno raccontato a verbale – credeva che lei avesse una relazione. Da qui il suo comportamento, molto possessivo, e le discussioni che ne seguivano.

Come la lite scoppiata alla fine di maggio, durante la quale lui avrebbe minacciato appunto di buttarla dal balcone. Un precedente importante, su cui si sta cercando di andare a fondo. Dalle indagini, affidate al procuratore Moreno Capella, è spuntato anche il nome di un possibile testimone oculare di quell’episodio. Si tratta di un cittadino siriano, nel frattempo trasferitosi oltre Gottardo, che la polizia non è però ancora riuscita a sentire.

L’imputato – ricordiamo – contesta con fermezza l’accusa di omicidio intenzionale. Sostiene anzi di avere tentato di impedire alla donna di suicidarsi, tenendola per un braccio. Alla perizia commissionata da Capella, quindi, il compito di stabilire se la giovane sia effettivamente potuta cadere in piedi e atterrare sull’asfalto con la testa, come stabilito dall’autopsia.

Francesco Lepori

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