I Grigioni alzano la guardia

Il 30% delle persone che si trovano in isolamento nel canton Grigioni perché risultate positive al coronavirus provengono dalla quarantena, decretata in seguito ai loro contatti a rischio. È la prova dell'importanza del tracciamento, secondo le autorità grigionesi, che oggi (venerdì) hanno annunciato nuove misure per far fronte all'aumento dei contagi. Il numero di casi ha fatto registrare un nuovo primato dall'inizio della pandemia: 91 in un giorno. "L'aumento che c'è stato anche nel resto della Svizzera da noi lo vediamo nelle ultime due settimane", afferma il medico cantonale Marina Jamnicki, "e anche qui constatiamo che rispetto all'estate, quando si contagiavano soprattutto i giovani, dai 20 ai 40 anni, ora tocca sempre più agli ultra 50enni".

Davos e Engadina Alta sono le regioni in cui si registra il maggior numero di casi positivi. Sono nuovamente toccate anche le case anziani, con un totale di 7 infezioni in 4 diversi istituti (uno è quello della Valposchiavo). "Non abbiamo avuto finora focolai in discoteche, bar e grandi manifestazioni, per cui non vedo la necessità di attuare delle misure lì", ha spiegato ancora Jamnicki.

La situazione ha indotto però a potenziare il servizio di comunicazione, così da rispondere al crescente bisogno di informazioni della popolazione. Lo Stato maggiore cantonale di condotta guidato dal comandante della polizia Walter Schlegel e dal capo dell'Ufficio del militare e della protezione civile Martin Bühler è inoltre pronto a riprendere servizio e a portare le competenze accumulate in primavera, per ora a disposizione dell'Ufficio dell'igiene pubblica con una funzione di supporto.

Il carico per gli ospedali rimane per ora basso, ma i nosocomi si preparano a fronteggiare un incremento dei ricoveri. All'ospedale cantonale di Coira e in quello di Samedan ci sono posti dove i pazienti possono anche essere ventilati, mentre per quelli meno gravi per esempio a Thusis si potrebbero creare all'occorrenza fino a 50 letti.