Ticino e Grigioni

Il Palacinema che verrà

Marco Müller svela i contenuti della struttura di Locarno: dal master alle produzioni con i paesi BRICS

  • 23 settembre 2014, 19:44
  • 6 giugno 2023, 23:01

L'intervista a Marco Müller di Claudio Bustaffa

RSI Ticino e Grigioni 23.09.2014, 19:16

Per il Palacinema di Locarno - incassato il credito del Cantone, grazie ai 3 milioni di franchi votati martedì dal Gran Consiglio - è il momento della definizione dei contenuti. Da qualche mese li sta pensando un gruppo di lavoro coordinato da Marco Müller, attuale direttore artistico del Festival internazionale del film di Roma, già alla guida di Venezia e Locarno. Alla RSI Marco Müller ha anticipato i contenuti del rapporto che presto verrà consegnato alla città di Locarno.

Il Palazzo del cinema accoglierà innanzitutto un master formativo in grado di raccogliere l’esperienza di USI e SUPSI e che avrà come costante riferimento il Festival del film. "La figura professionale che ne uscirà – spiega Marco Müller - è quella del curatore, programmatore, gestore di eventi di immagini in movimento; un'andata e ritorno continua tra lo stato attuale del cinema e quello degli altri linguaggi".

Accanto alla proposta formativa, sta prendendo forma il progetto di Centro delle culture visive e digitali: "dovrebbe permettere a Locarno di diventare uno degli interlocutori privilegiati con l’agglomerato dei 5 paesi emergenti, che è stato chiamato BRICS (Brasile, Russia, Cina, India e Sudafrica). L’idea – prosegue Marco Müller - è di sviluppare un rapporto con questi paesi, di chiedere innanzitutto ai produttori e partner svizzeri se hanno voglia di essere i primi referenti dei paesi BRICS nell’inventare dei modelli, dei prototipi di operazioni co-produttive nell’ambito degli audiovisivi a tutto campo".

Il gruppo di lavoro si sta pure soffermando sugli aspetti più delicati del finanziamento delle attività legate al Palacinema: "busseremo alle porte delle molte ricche fondazioni del Locarnese" afferma nell'intervista concessa alla RSI il direttore del Festival di Roma.

Claudio Bustaffa/Quot

Ti potrebbe interessare