Ticino e Grigioni

"Io, frontaliera a 1'000 fr."

Sempre più persone disposte a lavorare con paghe basse. "Una guerra tra poveri", la testimonianza

  • 8 December 2014, 06:45
  • 6 June 2023, 22:09

Il dumping salariale sta diventando un problema importante in Ticino. Complice il non facile momento congiunturale e il crescente numero di frontalieri, sempre più impresari senza scrupoli offrono impieghi retribuiti con salari bassi.

L’elevato tasso di disoccupazione e l’abbondanza di manodopera nella vicina Italia, non rendono il lavoro facile per i sindacati, impegnati in prima linea nella difesa dei diritti dei lavoratori. Lavoratori che, in particolar modo oltre frontiera, accettano di essere sfruttati e di percepire stipendi anche del 70% inferiori alla media ticinese, pur di poter contare su un impiego sicuro.

I frontalieri in Ticino

Un fenomeno nuovo, una sorta di "guerra tra poveri", contro il quale le parti sociali non sembrano aver strumenti adeguati con cui lottare, anche perché spesso sono gli stessi lavoratori pendolari a chiedere una retribuzione bassa, pur di sbaragliare la concorrenza.

Abbiamo raccolto la testimonianza di Carla (nome di fantasia), ex frontaliera di 28 anni del Comasco, assunta da una ditta luganese per un lavoro di segretariato che, dopo un periodo di prova di tre mesi non pagati, si è vista offrire un contratto a tempo pieno con una busta paga di mille franchi lordi al mese. Guarda il reportage.

Lino Bini

Alcune cifre

La Segreteria di Stato dell’economia ricorda che nel 2013 le commissioni tripartite hanno controllato in Svizzera oltre 4'800 aziende ed esaminato i contratti di 3'500 lavoratori indipendenti. Casi di dumping salariale sono stati segnalati nel 15% delle aziende controllate (+4% rispetto al 2012).

Nel terzo trimestre del 2014 i frontalieri in Ticino erano 62'481, il 5,3% in più rispetto a un anno prima, la maggior parte erano attivi nel terziario (+8,4%). In base alle professioni, l'aumento più marcato in Svizzera è stato rilevato fra gli impiegati d'ufficio e affini (+8%) e tra i lavoratori non qualificati (+6,6%).

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