Ticino e Grigioni

L’arte capta

Le guardie di confine e gli sciami di “spalloni” utilizzati dai trafficanti. Astuzie, trucchi e... manette

  • 4 aprile 2015, 08:01
  • 4 settembre 2023, 22:49

Video: l'intervista al comandante delle guardie di confine, Mauro Antonini

RSI Ticino e Grigioni 03.04.2015, 17:14

Un fiume di denaro continua ad attraversare la Svizzera. È frutto dei tesori dell’arte italiana, trafugati dalle organizzazioni criminali e “parcheggiati” nei caveau e nei punti franchi elvetici, in attesa dell’acquirente finale. Le telecamere della RSI hanno seguito le rotte dei trafficanti di beni culturali che risalgono la Penisola fino alla frontiera dove, se sono riusciti a dribblare le forze dell’ordine italiane, devono affrontare quelle elvetiche. In primis, giocoforza, le guardie di confine.

"Il sequestro di due chili di cocaina fa più scalpore rispetto al ritrovamento di un dipinto, ma gli interessi in gioco, per le organizzazioni criminali, sono altrettanto importanti", spiega ai nostri microfoni il comandante delle guardie di confine della Regione IV, Mauro Antonini (CLICCA SUL VIDEO SOPRA IL TITOLO PER L’INTERVISTA INTEGRALE).

I trafficanti, per superare il confine, utilizzano i cosiddetti "spalloni". Cercano di sfruttare la legge dei grandi numeri per mimetizzarsi come una goccia nel mare di veicoli (più di 70 mila) che, ogni giorno, passano i valichi. Contro i “barbari” contemporanei che saccheggiano l’Italia sono inutili le tecniche collaudate per la lotta al traffico di stupefacenti come, ad esempio, i reagenti chimici usati per rivelare la presenza della droga; le guardie devono puntare sulle "soffiate" o cercare di leggere l'incertezza e la paura negli sguardi dei "pesci" piccoli, l’anello più debole della catena criminale.

Tutto quello che ha un mercato attraversa il confine. “Abbiamo sequestrato monili, anfore, monete romane – dice Antonini - I dipinti, smontati dalle cornici e arrotolati per evitare pieghe, vengono nascosti negli interstizi del veicolo, come si fa con la droga".

Sul confine non ci sono agenti in grado di stabilire il valore delle opere, “così quando scopriamo qualcosa coinvolgiamo gli esperti e scatta la collaborazione con le autorità italiane”, sottolinea il comandante Antonini.

Non solo tesori autentici. Il comandante spiega che le organizzazioni criminali contrabbandano sempre più spesso falsi di grande qualità, che garantiscono guadagni milionari. Ma questa è un’altra storia. Conviene tornare a Roma, dai carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale (TPC) ... e voi dovete aspettare la prossima puntata.

Massimiliano Angeli

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