Ticino e Grigioni

L'incertezza può uccidere

I tentativi di gesti estremi tra i detenuti avvengono soprattutto nelle carceri preventive, dove non si è a conoscenza del proprio futuro

  • 11 September 2019, 19:00
  • 9 June 2023, 13:40

CSI 18.00 dell'11.09.2019 Il servizio e l'intervista di Camilla Luzzani

RSI Ticino e Grigioni 11.09.2019, 20:00

  • Ti-Press
Di: FD/CSI

Come riportava martedì l'Osservatorio svizzero della salute (OBSAN), sono 33'000 le persone che hanno tentato di togliersi la vita negli ultimi 12 mesi. Una cifra che fa riflettere, specie se si considera che nella statistica mancano alcuni gruppi particolarmente vulnerabili, come quello dei carcerati. Il direttore della Stampa Stefano Laffranchini, ai microfoni delle Cronache della Svizzera italiana, ha affrontato questa problematica: "La popolazione carceraria è più a rischio, soprattutto nel carcere preventivo, dove la persona viene improvvisamente privata del tessuto sociale. Non ha una prospettiva, non sa cosa le succederà e quindi il rischio di gesti estremi c'è".

Situazione che migliora quando il detenuto viene trasferito nel carcere penale, dove è a conoscenza di quello che dovrà affrontare e di quanto tempo dovrà scontare dietro le sbarre. Qui inizia a lavorare e a frequentare corsi di formazione, uscendo anche dalla cella. Negli ultimi cinque anni, specie grazie ad alcune misure preventive, i tentativi seri di suicidio si possono contare sulle dita di una mano: "Innanzitutto c'è una presa a carico psichiatrica immediata e sulla base dell'analisi medica si decide quale collocazione è più indicata per il paziente, dalla cella normale a quella videosorvegliata", ha spiegato lo stesso Laffranchini.

Nella prigione non mancano le figure di sostegno: un medico generico, un infermiere di igiene mentale e una dottoressa psichiatrica. A partire dal 2020, la struttura avrà anche a disposizione quattro celle ad hoc per i casi psichiatrici, in modo da garantire loro una continuità terapeutica. Quando si è invece confrontati con crisi acute, si procede con il ricovero alla Clinica psichiatrica cantonale (CPC). Un ruolo importante l'hanno anche i co-detenuti, che spesso intervengono per segnalare comportamenti anomali degli altri incarcerati.

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