Lugano, meno grigio nelle luci rosse

“Lugano punta ad avere un approccio globale alla prostituzione”. A parlare è il municipale Angelo Jelmini che ci spiega come il dicastero Area dello sviluppo territoriale stia elaborando delle linee guida che permettano, in futuro, di affrontare la problematica in modo chiaro e univoco.

Queste direttive per ora esistono sotto forma di una bozza. Esse saranno sottoposte a breve ai colleghi di Esecutivo e verranno arricchite dal risultato di un sondaggio condotto tra altre città svizzere. “Abbiamo chiesto alle dieci più grandi municipalità svizzere di farci sapere come gestiscono il fenomeno delle luci rosse. Sulla base delle loro risposte, in parte già pervenuteci, tireremo delle indicazioni per migliorare. Vogliamo capire come trattare la problematica in futuro”, ci spiega il municipale PPD. Jelmini ricorda che, oltre alla domanda pendente dei titolari del bar Corona di Pambio Noranco, vi sono varie situazioni grigie e in divenire come quelli degli appartamenti dove esercitano le lucciole.

La tematica è complessa, non fosse altro per il fatto che è attesa una nuova Legge cantonale in materia. Per questo motivo, argomenta il responsabile della pianificazione luganese, occorrono soluzioni condivise e articolate. “La prostituzione è una problematica che implica interventi a livello edilizio e pianificatorio, ma anche di polizia”, sottolinea Jelmini ricordando come dall’aggregazione si siano ereditati una ventina di piani regolatori comunali. “Dovremo lavorare ad un'unica pianificazione regolatrice”, ci dice escludendo zone a luci rosse, come aveva ad esempio pensato Arbedo-Castione.

Da.Pa.