Ticino e Grigioni

Macello, una lunga sfida

Il rilancio della struttura di Cresciano passa dall’inserimento di altre lavorazioni

  • 10 giugno 2016, 22:13
  • 7 giugno 2023, 20:42
Da macello a perno della filiera della carne ticinese?

Da macello a perno della filiera della carne ticinese?

  • ©Ti-Press/Gabriele Putzu

Il macello di Cresciano può avere un futuro, ma questo passa da un rafforzamento della filiera dei prodotti a marchio Ticino e l’inserimento di altri lavorazioni della carne nella struttura che, nonostante i contributi pubblici ottenuti dalla MATI SA al momento della costruzione (l'inaugurazione risale al 2009), dalla chiusura temporanea nel 2012 sopravvive grazie agli aiuti di una settantina di comuni.

"La sola macellazione non è redditizia" spiega Matteo Minoggio, chiamato dal Gruppo di rilancio del macello a proporre soluzioni. Il neo diplomato alla scuola agraria di Zollikofen nel suo studio propone di ampliare le attività svolte a Cresciano fino alla preparazione dei pacchetti sotto vuoto, pronti per la vendita.

Tra allevatori e macellai si intravvedono degli aspetti positivi, come testimoniano alla RSI il produttore Andrea Zanini e Giuseppe Gianocca (guarda il video) che intravvedono vantaggi in termini di visibilità e razionalità nel lavoro. La soluzione proposta rafforzerebbe pure il cosiddetto chilometro zero. Resta da capire quanto gli attori coinvolti saranno disposti a investire nel progetto. E soprattutto se l’intera filiera ticinese della carne si impegnerà a far capo al macello cantonale di Cresciano, visto che oggi il 40% dei bovini ticinesi finisce in strutture di oltre San Gottardo.

Diem/Quot

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