Il Tribunale del riesame di Messina ha ordinato la scarcerazione di tutti gli imputati coinvolto nella compravendita del bimbo rumeno di 8 anni, compreso quindi anche il 58enne di Aldesago che si era recato in Sicilia con la moglie per tentare di acquistare il piccolo; alla donna di 48 anni erano già stati concessi i domiciliari per permetterle di occuparsi della figlia disabile.
I giudici nella tarda serata di ieri, 26 marzo, hanno riqualificato il reato contestato in concorso in tentativo di false certificazioni, escludendo quindi la sussistenza di quello, gravissimo, di alienazione e acquisto di schiavo e quello di associazione per delinquere. In questo caso le pene previste andavano dagli 8 ai 20 anni.
Revocato il carcere anche per la madre naturale del bambino. Per tutti è stato disposto l'obbligo di dimora nella Provincia di Messina. Nei confronti della coppia luganese continua ad indagare il Ministero pubblico ticinese: i due avrebbero percepito prestazioni sociali (circa 10'000 franchi) per un figlio in realtà mai nato.
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