Ticino e Grigioni

Quando la montagna crollò

Un anno fa la frana di Davesco, dove morirono due donne - Il ricordo del sindaco, Marco Borradori

  • 16 novembre 2015, 07:25
  • 7 giugno 2023, 14:37
Un'intera palazzina di due piani è stata spazzata via

Un'intera palazzina di due piani è stata spazzata via

  • ©tipress

Davesco, 2.30 del mattino. Sono settimane che piove come non mai. Un muro di contenimento crolla sotto il peso del terreno inzuppato. La terra frana travolgendo una palazzina sulla Strada Ponte di Valle, a Davesco. Tre persone vengono estratte vive dalle macerie, una è ferita in maniera grave ma se la caverà. All’appello mancano due donne, di 34 e 38 anni. Poche ore dopo, i loro corpi vengo ritrovati privi di vita.

Era il 16 novembre del 2014. È passato esattamente un anno da quella notte. Fra i protagonisti della tragedia c’era anche Marco Borradori, accorso sul posto insieme ad altri due rappresentanti dell’autorità politica ticinese: il ministro del territorio Claudio Zali e il municipale Michele Bertini.

I ricordi di quelle ore concitate sono ancora nitidi nella mente del sindaco di Lugano: "Mi ero alzato presto per andare a Milano e sul mio cellulare ho trovato un messaggio che mi avvisava di quanto accaduto. Mi sono fiondato sul posto. L’aria era impregnata da una profonda tristezza ma nel contempo c’era molta organizzazione. Ancora non si sapeva che le due disperse erano morte; dopo che le hanno trovate le ho viste passare su una lettiga coperte da un telo. È stato straziante" (GUARDA IL VIDEO).

Le immagini della tragedia e il ricordo del sindaco Marco Borradori

RSI Ticino e Grigioni 06.11.2015, 21:50

  • tipress

La frana, insieme a quella di Bombinasco, ha scosso l’intero cantone lasciando un segno indelebile nella memoria collettiva. Il Dipartimento del territorio non è rimasto a guardare e nuovi vincoli alle attività edificatorie sono pronti per essere votati da Governo e Gran Consiglio.

Imprenditori in ginocchio - Anche se la nuda terra ha lasciato spazio agli arbusti e alle erbacce e le macerie sono state rimosse per far spazio ad un muro di contenimento provvisorio, le tracce di quanto successo quella notte sono ancora ben presenti. I piccoli imprenditori che occupano i due edifici nell’area rimasti intatti vivono in un limbo. Colpiti duramente dalla chiusura forzata delle loro attività per diversi settimane, non hanno ancora ricevuto indicazioni precise in merito al futuro del comparto.

C’è chi vorrebbe andarsene ma per ora non se lo può permettere, come i fratelli Yilmaz, titolari di una lavanderia, e chi invece non ha perso l’occasione per partire: "A gennaio ci spostiamo, qui è un cantiere, viviamo col terrore che chiudano di nuovo l’officina al minimo movimento”, confida Luca Battaglia. "Quello che sappiamo lo abbiamo appreso dai media – afferma infine Monica Papini, arredatrice di interni – quando ci diranno ufficialmente di più decideremo cosa fare."

La zona della frana come si presenta ora

La zona della frana come si presenta ora

  • rsi


Immobili da salvare – Dopo aver discusso diverse varianti, la città e il proprietario del terreno franato con i suoi consulenti hanno optato per la
posa di ancoraggi per mettere definitivamente in sicurezza la zona, così da salvare gli altri due immobili presenti, uno a monte l’altro a valle della frana. Il costo dei lavori, circa 800'000 franchi, andrà a carico del proprietario, ma la situazione non si è ancora sbloccata completamente.

L'inchiesta prosegue - L’uomo è l’unico indagato per quanto successo un anno fa. Le accuse mosse sono quelli di violazione delle norme dell’arte edilizia, franamento, omicidio colposo e lesioni colpose.

La perizia in mano alla Procura parla chiaro. La pioggia ha contribuito, ma il muro a monte ha ceduto anche a causa degli errori commessi durante la fase di realizzazione. Difficile però che l’imputato e il suo difensore rimangano a guardare. Ricorsi, ricuse e contro perizie potrebbero rallentare, nel pieno della legalità, il procedimento. Il codice penale parla chiaro: i reati contestati comportano una pena massima di tre anni di carcere. La prescrizione, invece, interviene a 10 anni dai fatti.

Ludovico Camposampiero

Dagli archivi del Quotidiano

Dagli archivi delle Cronache della Svizzera italiana

CSI delle 18.00 del 16/11/2014 Il servizio di Francesca Torrani

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