Ticino e Grigioni

"Rifiutare le cure è possibile"

Franco Denti, presidente dell’Ordine dei medici ricorda: “In Svizzera c’è libertà di scelta”

  • 1 settembre 2016, 14:47
  • 7 giugno 2023, 23:01
Franco Denti

Franco Denti

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Una giovane residente in Italia malata di leucemia decide, in accordo con la famiglia, di rifiutare il percorso di cura “tradizionale”, incentrato sulla chemioterapia, per abbracciarne uno alternativo, come quello ispirato dal controverso ex medico tedesco Ryke Geerd Hamer. Una scelta contestata dalle autorità d'oltre confine che, dopo un lungo percorso di carte bollate tra la giustizia e i famigliari, porta la ragazza a curarsi a Bellinzona.

In Ticino, stando a quanto riporta la stampa d’oltre frontiera, viene proposta "una terapia a base di cortisone e di dosi di vitamina C”. Nonostante queste cure, però, la giovane muore poco tempo dopo, all'età di 18 anni da poco compiuti. Una vicenda toccante che, in breve tempo, ha occupato le prime pagine dei principali quotidiani online.

"Prima di conclusioni di pancia e affrettate, è bene ricordare che in Svizzera, se maggiorenni, esiste la libertà di cura. Ovvero ogni paziente può rifiutare una terapia curativa, per una palliativa", sottolinea Franco Denti. "Esistono diversi tipi di leucemia, con cure e prognosi diverse. Non conosco il caso in questione, ma posso immaginare che lo stato della malattia della ragazza fosse talmente avanzato e che in Ticino le siano state proposte delle cure palliative", commenta il presidente dell'ordine dei medici del Canton Ticino.

"Sul piano giuridico, in Ticino si diventa maggiorenni dal punto di vista sanitario a partire dai 16 anni. Questo significa che già da quell'età un giovane, capace di intendere e di volere, può, per legge, decidere della propria vita e quello che stabilisce deve essere rispettato", aggiunge dal canto suo Giovan Maria Zanini. “Abbiamo il diritto di autodeterminarci, siamo liberi di stabilire se curarci o meno e se decidiamo di curarci possiamo anche scegliere come curarci”, ricorda il presidente del Comitato etico cantonale, che in merito ribadisce: “Se una persona sceglie una via alternativa, questa deve essere rispettata. Il medico non può imporre altre terapie, ma deve accettare la scelta del paziente. Qualora non lo facesse, si troverebbe nel torto. Solo quando le persone non sono in grado di discernimento, allora le decisioni possono essere prese da altri".

Lino Bini

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