Tre giorni dopo i fermi e le perquisizioni presso le sedi dei concessionari multimarca del Gruppo Cadei, la Sezione della circolazione di Camorino ha fornito ulteriori dettagli sulla vicenda che coinvolge centinaia di clienti che hanno acquistato un veicolo presso le sedi Cadei a Cadenazzo, Grancia e Mendrisio.
Il caposezione Cristiano Canova ha spiegato venerdì che la vicenda che sta emergendo dopo l’inchiesta sul presunto raggiro delle immatricolazioni non è l’unico caso in Svizzera e pure per questo motivo le autorità ticinesi si stanno muovendo, unitamente ad altri cantoni, per chiedere correttivi a livello federale.
Quando il formulario per l’immatricolazione è consegnato ai rivenditori, afferma Canova, si parte dall'idea che questi ultimi forniscano informazioni veritiere. Ciò vale soprattutto nel caso in cui il concessionario si occupi d'importazioni parallele rispetto a quelle ufficiali - un'attività per la quale ha ottenuto un’apposita autorizzazione federale.
Ogni anno sono circa 7-8'000 i veicoli d’importazione parallela targati in Ticino, un volume che cresce costantemente. Il caposezione precisa inoltre che se il campo riguardante la data di prima immatricolazione rimane vuoto, si verifica che sul retro del formulario appaia l’indicazione "veicolo nuovo", onde essere certi che non si tratti di una dimenticanza.
Caso Cadei, non è la prima in Svizzera
Il Quotidiano 31.01.2020, 20:00