Ticino e Grigioni

Selvaggia ma non per selvaggi

Il settore ticinese dell’accoglienza alla ricerca dell’equilibrio tra natura e turismo per evitare altri casi come quello delle Maldive in Verzasca

  • 22 giugno 2018, 20:15
  • 14 settembre 2023, 09:46

CSI 18.00 del 22.06.18: il servizio di Marzio Minoli con le considerazioni di Elia Frapolli

RSI Ticino e Grigioni 22.06.2018, 20:15

  • RSI
Di: Diem/CSI

La natura ticinese piace ai turisti. Tanto che anche luoghi fuori dalle località più gettonate attirano frotte di visitatori ponendo problemi di convivenza. Il cambiamento per molti è stato lento, per altri invece è stato uno choc. Come nel caso delle Maldive ticinesi. È bastato un video sui social per vedere la valle Verzasca presa d'assalto soprattutto da ospiti provenienti dall'Italia, attratti dalle sue acque limpide. Una situazione che ha creato non pochi disagi e qualche malumore e che ha stimolato la riflessione su come sia possibile gestire natura e turismo.

Il tema è stato affrontato giovedì a Bellinzona, in occasione degli incontri organizzati dall'Istituto di ricerche economiche dell'USI. Il Ticino è ricco di luoghi in grado di reggere anche alla popolarità generata da strategie pensate nei centri urbani. Ma gli altri? Quelli dove già si pensa a mettere dei paletti agli accessi all’area pubblica che, per definizione, è di tutti?

Verzasca vs Maldive

RSI Ticino e Grigioni 25.07.2017, 19:54

La soluzione tratteggiata dal direttore dell’agenzia cantonale Elia Frapolli passa dalla ricerca di un compromesso tra rispetto dei luoghi e spirito di accoglienza del nuovo tipo di turista che sta arrivando in Ticino. Un turista definito ibrido, che cambia le sue scelte anche durante il soggiorno e che vuole vivere la vacanza facendo delle esperienze, compresa quella nella natura. Una natura che dovrebbe restare liberamente fruibile, ma tramite la messa a disposizione di servizi a pagamento, come i parcheggi. Una soluzione che, da tempo, è realtà, per esempio, in bassa Valmaggia e potrebbe diventarlo, in un prossimo futuro, anche in Verzasca dopo i problemi del 2017.

Una soluzione che, di per sé, dovrebbe limitare gli eccessi, ma senza dare l’idea che si vuole il turismo senza i turisti.

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